Monviso (il Re di Pietra), dove è nata l’idea del Club Alpino Italiano7 min read

C’è un monte che, data la sua forma tipicamente piramidale, domina le Alpi Cozie ed è visibile da tutta la Pianura Padana e non solo: si tratta del Monviso, situato nel Piemonte occidentale, essendo più alto di 500 mt rispetto alle vette circostanti. Il Monviso, chiamato “Re di pietra”, è stato dichiarato Patrimonio dell’UNESCO come Riserva della Biosfera al confine con la Francia e, con i suoi 3841 mt di altezza, è la montagna più alta delle Alpi Cozie e la sua importanza è legata anche alle sorgenti del Po, il più lungo fiume d’Italia che nasce proprio ai piedi del Monviso, nella celebre Piana del Re.
Il 12 Agosto 1863 Quintino Sella, allora Ministro del Regno d’Italia, guidò una cordata italiana sulla vetta del Monviso e da qui nacque l’idea del Club Alpino Italiano che venne fondato a Torino il 23 Ottobre 1863.
Monviso: una montagna antica e leggendaria
Il nome Monviso deriva da Mons Vesulus ovvero Monte Visibile: in effetti è il più alto delle Alpi Cozie, catturando subito lo sguardo di chiunque si ritrovi ad ammirare questa catena montuosa situata al confine tra Italia e Francia.
Si tratta di una montagna dal sapore antico, di cui parlavano antichi scrittori come Virgilio nell’Eneide (lo cita come Vesulus Pinifer, in riferimento alla foresta di pini che lo circonda), Petrarca, Dante nella sua Divina Commedia, Pomponio Mela e Plinio il Vecchio. Persino Leonardo da Vinci ne rimase affascinato durante le sue visite alla cava di Saluzzo, la cui costruzione a 2882 mt di altezza, fu voluta dal Marchese di Saluzzo, Ludovico II: ancora oggi quella che è oggi chiamata Buco di Viso (Viso è il nome con cui i locali chiamano il Monviso) è visitabile e percorribile, lungo i suoi 75 mt, a piedi nel buio.
Questa montagna fa parte del Parco Naturale del Monviso, situato tra la Val Varaita, la Valle del Po e la francese Valle del Guil: al suo interno, oltre al Monviso, sono compresi splendidi laghetti alpini, prati di erbe officinali, rifugi storici come quelli di Giacoletti e il Rifugio Quintino Sella, ma sopratutto il Pian del Re. Presso quest’ultimo pianoro, situato a 2020 mt di altezza, si trova la sorgente che darà origine al Po, alimentato dalle acque dei ghiacciai sommitali.
Le prime scalate del Monviso
I primi tentativi di scalata del Monviso iniziano nel 1627 con l’abate Valeriano Castiglione che però non voleva raggiungere la vetta, ma solo misurare l’altezza della montagna piemontese: le debite misurazioni le elaborò dallo spettacolare Lago Chiaretto, posto a 2261 mt di altezza e con acque meravigliosamente turchesi, figlie della presenza di minerali provenienti dalle acque del ghiacciaio Coolidge.
Nel 1834 Domenico Ansaldi cercò di raggiunger la vetta del Monviso ma la nebbia e una mastodontica pietra fermarono la sua scalata. Poco meno di trent’anni dopo, nel 1861, l’impresa riuscì alla spedizione composta da Michel Croz, Jean Baptiste Croz, Frederick Jacomb e William Mathews. Il gruppo iniziò l’ascesa il 29 agosto attraverso la Val Varaita, partendo quindi dal Castello di Pontechianale. Evitarono l’arduo Passo delle Sagnette e attraversarono prima il Vallone di Villanta e poi i pittoreschi Laghi delle Forcioline, per poi bivaccare a 2800 mt di altezza. La mattina seguente riuscirono a raggiungere la vetta del Monviso, segnando così la principale via alpinistica: nonostante non sia molto difficile da percorrere, richiede comunque una conoscenza base delle tecniche di alpinismo.
E’ del 1863 invece la prima cordata italiana a raggiungere la cima del Monviso guidati dall’allora Ministro del Regno d’Italia Quintino Sella. Dall’esperienza di questa bella salita nacque così l’idea, spinti anche dai movimenti europei, l’idea di fondare il Club Alpino Italino, che venne fondato ufficialmente a Torino il 23 Ottobre del 1863.
Le principali vie alpinistiche del Monviso
Oltre alla via alpinistica principale che passa per la Valle Varaita, c’è un altro percorso che invece parte dalla Valle del Po, precisamente da Pian del Re, parte del comune di Crissolo: in quest’ultimo caso bisogna però superare il difficile Passo delle Sagnette, che presenta molti tratti esposti e altri attrezzati con catene. Qualunque sia la via alpinistica che si sceglie per scalare il Monviso, ci sono molte zone ostiche sulla strada per la vetta, tra gradoni, cenge esposte nel vuoto come quella presente vicino alla zona Sala da Pranzo e passaggi sul Ghiacciaio Sella.
C’è poi la via alpinistica che passa per la parete est, scalata per la prima volta nel 1902 da parte di Adolfo ed Elena Kind, Alberto Weber e Ubaldo Valbusa: questa via è ancora più difficile delle altre ed è consigliata solo agli alpinisti esperti. Prevede inoltre una sosta allo storico Rifugio Quintino Sella, che porta il nome di colui che proprio sul Monviso ebbe l’idea di fondare il Club Alpino Italiano. Si pensi che uno degli storici gestori del rifugio, un certo Quintino Perotti, detiene anche il record di maggiori scalate del Monviso, avendo ricoperto anche il ruolo di guida alpina.
Da qualunque parte si decida di scalare il Monviso, la vetta ripaga di ogni sforzo compiuto: si trova infatti su una cresta che degrada verso la Valle del Po, oltrepassando il monte Granero, il Colle delle Traversette, le Rocce Fourion, Punta Roma, Punta Udine, Punta Venezia, Punta Gastaldi, il Visolotto e infine la vetta del Monviso. In cima si trova una croce in metallo, alta quasi 3 mt, portata qui nel 1925 da un gruppo di volontari cattolici provenienti da Racconigi. La cime del Monviso è così panoramica che si possono scorgere il Monte Rosa, il Monte Bianco, il Cervino e addirittura le guglie del Duomo di Milano e la Riviera di Levante in Liguria.

Altre vie di salita alla vetta
- Il 12 Agosto 1879 avviene la prima salita della parete nord-ovest ad opera di Paul Guillemin e André Salvador de Quatrefages, con le guide Giraud Lezin e Émile Pic;
- Nel 1887 Guido Rey e Antonio Castagneri aprono una via nuova sulla cresta est;
- Il 7 Settembre 1871 viene realizzata la prima Salita al Viso di Vallanta dagli alpinisti Paolo Gastaldi e Vittorio Giordana con le guide Claudio e Giuseppe Perotti;
- Nel 1898 sempre Guido Rey apre una nuova via lungo la parete nord-est;
- Nel 1903 Ubaldo Valbusa, Claudio e Giuseppe Perotti e V. Casana salgono lungo la cresta sud-est;
- Nel 1929 Franco Falchi apre una nuova via sullo spigolo nord-ovest da solo;
- Nel 1931 Aldo Bonacossa e Vitale Bramani fanno la prima salita della parete ovest;
- Nel 1936 Giuseppe Gagliardone e Mario Girello riescono ad aprire una via diretta al Viso di Vallanta;
- Nel 1941 viene aperta una nuova via sul Torrione di Saint-Robert lungo la parete est da Giuseppa Gagliardone, con Quagliolo e Grattarola;
- Nel 1955 Vitale Giacoletti apre una via diretta alla nord-est;
- Nel 1985 viene aperta la via Vallantetic al Viso di Vallanta, da Gian Carlo Grassi, insieme ai francesi Bozonnet, Carlon e Pailler.
La leggenda del monte Monviso, di Visulo e Besimauda
Come tutti i luoghi affascinanti e suggestivi, anche il Monviso è ammantato da un’antica leggenda. Si narra infatti di un certo re Vesulo e di sua moglie Besimauda. La donna era molto gelosa del marito, che sovente correva dietro alle gonnelle delle dame di corte, in particolare di Vallanta e Soustra. Un giorno Besimauda si infuriò talmente tanto che il re la cacciò fuori dal suo regno. Tanto grande fu il baccano che anche gli dei assistettero a questo litigio famigliare: disturbati e infastiditi, decisero allora di tramutare i due reali coniugi in pietre. Vesulo però supplicò le divinità di non staccarlo dalla moglie o comunque di poterla guardare per l’eternità: gli dei, impietositi, esaudirono il suo ultimo desiderio. Così Vesulo venne tramutato nel Monviso, situato nel cuore delle Alpi Cozie e con lo sguardo rivolto sempre a sud, verso sua moglie il monte Bisalta (nelle Alpi Liguri). Non a caso l’altro nomignolo con il quale viene citato il Monviso è appunto il Re di Pietra.
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Curiosità
Il record di salite alla vetta del Monviso lo detiene Quintino Perotti, guida alpina e per molti anni gestore del Rifugio Quintino Sella, raggiungendo la vetta ben 749 volte. Il Monviso, simbolo del CAI, è una montagna bellissima dalla forma inconfondibile e visibile anche a lunghissima distanza, fino a 300 km di distanza. Nelle giornate limpide si riesce a vedere anche dalle guglie del Duomo di Milano o addirittura dalla Lessinia nel veronese.
Nel 2017 viene stabilito un nuovo record di salita e discesa sul Monviso ad opera di Bernard Dematteis che partendo da Pian del Re ha impiegato solamente 1 ora 40 minuti e 47 secondi per coprire i 1800 metri di dislivello, dalle sorgenti del Po fino alla vetta.
Film sul Monviso
- Bartolomeo Peyrot, il primo italiano sul Monviso, 2012, di Emanuele Pasquet e Leopoldo Medugno
- Monviso mon amour, 2016, di Fabio Gianotti, da un’idea di Enzo Cardonatti
- Pioggia sul Viso, 2021,di Egle Pappalardo ed Emanuele Stalla
Libri sul Monviso
- Monviso Alpi Marittime, 2006, di A. Gogna, M. Milani
- Monviso, 2013, di Enrico Bertone, Priuli&Verlucca
- Intorno al Monviso, 2016, di Andrea Parodi, Parodi
- Monviso, l’icona della montagna piemontese, 2016, di Roberto Mantovani, Fusta editore.
- Cischino, Elena (Autore)
- Borgio, Fabrizio (Autore)
- Cottino, Linda (Autore)
- Mantovani, Roberto (Autore)
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.