Quali sono le scale di difficoltà nello scialpinismo4 min read

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scale di difficoltà nello scialpinismo

Dal 1° Gennaio 2022 scattano le nuove norme sulla sicurezza nelle discipline sportive invernali. Dal 2022 quindi per fare escursioni con le ciaspole bisgona dotarsi di Artva, Pala e Sonda.

A differenza della scala di difficoltà escursionistica e alpinistica dare una gradazione della difficoltà del percorso scialpinistico che sia oggettivo è molto più complicato. Nel caso dello scialpinismo quindi non influisce solamente la lunghezza del percorso, la pendenza ed esposizione del pendio, ma è la neve a fare la differenza. Il manto nevoso si modifica costantemente e non è mai uguale da annata ad annata. Anche la temperatura, la quantità di neve e la sua qualità incidono nella valutazione finale.

Anche in questo caso quindi, come per l’alpinismo e l’escursionismo, nella preparazione del nostro itinerario non bisogna basarsi solo ed esclusivamente sulla scala delle difficoltà; essa è sicuramente uno strumento utile ma da solo non basta. Sono molte le cose da considerare nel suo insieme affinchè la nostra gita si svolga senza pericoli e intoppi.

Ad esempio prima di intraprendere un percorso scialpinistico (lo stesso vale anche con le ciaspole) bisogna valutare sul campo la reale difficoltà del percorso in base:

  • alla stagione in cui andiamo a farlo,
  • innevamento e andamento della stagione,
  • condizione reale del manto nevoso,
  • temperatura,
  • orario del giorno.

Inoltre lo stesso versante o pendio potrebbe avere differenti gradi di pericolo e in base al giorno in cui viene fatto e l’orario in cui si sale e/o si scende.

Scale di difficoltà nello scialpinismo

Generalmente per individuare il gradi di difficolta di un itinerario scialpinistico vengono utilizzate tre tipi di scale, per i motivi di cui abbiamo parlato finora.

Le scale di difficoltà sono:

  1. scala di Blachère
  2. scala di Traynard
  3. scala dell’esposizione.

Scala di Blachère

La scala Blachère prende il nome da un ingegnere francese (da cui prende il nome) che l’ha introdotta all’inizio degli anni ’40. E’ una scala molto semplice ma che rimane sempre attuale ed è ancora utilizzata ai giorni nostri.  La scala Blachère si basa su tre livelli:

  • MS (medio sciatore): pendenze mai superiori a 25°, pendii ampi e senza passaggi obbligati;
  • BS (buon sciatore): pendenze fino a 40° (esclusa neve dura) e/o passaggi stretti obbligati;
  • OS (ottimo sciatore): pendenze oltre i 40° (o anche meno in presenza di neve ghiacciata) con passaggi stretti obbligati.

Se viene aggiunta la lettera “A” dopo la sigla significa che si tratta di un itinerario alpinistico e quindi necessita l’utilizzo di attrezzatura adeguata (casco, imbrago, corda, piccozza e ramponi).

Seppur sommaria da comunque un’indicazione di quello che andremo a fare, anche se presenta un grosso difetto. Questa scala infatti si basa solo ed esclusivamente sulle capacità tecniche dello sciatore e questo non è un parametro oggettivo. Inoltre per quanto riguarda ad esempio i percorsi più impegnativi (OSA) non c’è nessuna distinzione, anche se non tutti i percorsi sono uguali fra loro.

Scala di Traynard

La scala Traynard è sicuramente più articolata ed oggettiva della precedente e per questo spesso utilizzata dalle guide alpine. Nello specifico la scala Traynard valuta la pendenza del pendio e analizza aspetti oggettivi indipendentemente dalle capacità dello sciatore/alpinista.

I livelli della scala Traynard sono i seguenti:

  • S1 Terreno con pendenza lieve, dove è possibile procedere senza via obbligata
  • S2 Qualche dosso e ondulazione, ma la discesa risulta comunque agevole
  • S3  La pendenza si fa più accentuata (fino a 35°), e non è sempre possibile procedere in linea retta; anche la discesa si fa più controllata e tecnica, sia pure con una certa libertà del percorso
  • S4 Terreno ripido con passaggi obbligati ( fino a 45°), non è possibile curvare a piacimento. Si entra nell’ambito dello sci ripido
  • S5 Pendenze elevate e continue (45°-50°) dove è richiesta una perfetta padronanza della tecnica sciistica e un buon equilibrio psicologico
  • S6 Massima difficoltà prima dello sci estremo, importanti tratti fino a 50-55° dove l’esposizione è forte.

Scala dell’esposizione

Infine esiste la scala dell’esposizione che come dice il nome stesso oltre a valutare la pendenza del pendio prende anche in considerazione un altro fattore oggettivo molto importante, ovvero l‘esposizione.

La scala dell’esposizione si articola su 4 livelli:

  • E1: Pendio uniforme dove eventuali ostacoli come rocce o alberi non obbligano in modo significativo il passaggio
  • E2: Nel pendio ci sono ostacoli come brevi barre rocciose che ne interrompono la continuità. Un’eventuale caduta è potenzialmente pericolosa anche se la caduta in alcuni casi è ancora controllabile.
  • E3: Pendii con passaggi obbligati e alti salti di rocce. Un’eventuale caduta non è sicuramente controllabile e può portare a gravissime conseguenze
  • E4: Esposizione massima e continua su alti salti di rocce. Assolutamente vietato cadere, la probabilità di sopravvivenza è pressoché nulla.

Conclusioni

Nella scelta e nella capire se un itinerario piuttosto che un altro è alla nostra portata o meno è fondamentale conoscere quale sia la scala delle difficoltà. Questo infatti è un ottimo strumento che ci permette di individuare la difficoltà appunto ma come abbiamo visto è bene valutare tutte e tre le scale in modo da avere una visione il più oggettiva possibile. Dare una scala univoca e uguale per tutti i versanti è praticamente impossibile perchè, a differenza di quanto avviene per la roccia, il manto nevoso è perennemente instabile e muta in continuazione è non è mai lo stesso.

Ovviamente nella scelta del percorso poi è opportuno fare altre valutazioni considerando dislivello, quota max, periodo dell’anno, la nostra preparazione fisica e atletica. Non ultimo è poi la conoscenza del rischio valanghe e utilizzare l’attrezzatura necessaria per affrontare lo scialpinismo e l’ambiente innevato in tutta sicurezza.

E’ Online la nuova mappa delle valanghe del Veneto sviluppata da Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto): WebGis Valanghe

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2 pensieri su “Quali sono le scale di difficoltà nello scialpinismo

  1. Non esiste la scala dell’esposizione! Esiste la scala Volopress o Toponeige, ideata dall’Editore francese Volodia Shahshahani a metà degli anni 90 ed oggi utilizzata in Francia e in gran parte delle nuove pubblicazioni italiane. E’ composta da tre parametri : Difficoltà sci, difficoltà alpinistica ed esposizione, che vanno considerati tutti e tre nel valutare un itinerario.
    Difficoltà sci: comprende quattro livelli e ciascuno di essi ha tre sottolivelli ( es. 4.1, 4.2,4.3) e un quinto livello aperto verso l’alto. Con questo parametro vengono valutate, l’inclinazione del pendio, le difficoltà tecniche, morfologia del terreno, ecc. ( es. Sci 3 inizio dello sci alpinismo vero e proprio passaggi tecnici, lunghi pendii a 35°, passaggi corti a 40°, 45° .Boschi abbastanza fitti con pendii moderati, strade poderali ripide.). La qualità della neve NON incide su questo parametro.
    Difficoltà Alpinistica: è la valutazione utilizzata abitualmente in alpinismo per gli itinerari di neve e di misto. In genere c’è una corrispondenza con la valutazione scialpinistica.
    Esposizione: oltre al pericolo legato all’inclinazione del pendio tiene conto anche della presenza di ostacoli che potrebbero causare ferite allo sciatore in caso di scivolata.
    Contrariamente a quanto ancora si pensa, la Volopress è una scala di valutazione che riguarda tutto lo scialpinismo, non solo lo sci ripido ed è, come già detto un unico dei tre parametri. Es. itinerario Cima del Bosco (alta valle di Susa) da Thures 2.1/F/E1.
    Si può trovare la descrizione (in francese) su: https://www.volopress.net/spip.php?article367
    In italiano la si trova sulle ultime guide sci alpinistiche e in particolare sull’edizione italiana della Volopress Gran Paradiso.

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