Scala delle difficoltà escursionistiche e alpinistiche9 min read

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scala delle difficoltà escursionistiche e alpinistiche

La scala delle difficoltà è un buon strumento per capire il livello di difficoltà e pericolosità di un determinato itinerario e se si è preparati a sufficienza per farlo in sicurezza e senza rischiare.

Montagna in sicurezza

L’ambiente montano, dagli itinerari escursionistici più facili e quelli alpinistici più impegnativi, offre diverse tipologie di terreno e ambienti diversi. Il CAI (Club Alpino Italiano) per meglio identificare la tipologia di percorso e la difficoltà che ne segue nell’affrontarlo ha codificato una serie di gradi dette “scala delle difficoltà” che vengono poi rappresentate nelle cartine topografiche e nelle varie relazioni.

Quando si decide di intraprendere un’escursione, una via normale o qualsiasi altro tipo di itinerario è fondamentale conoscere la classificazione e quindi la difficoltà di quel percorso. Questo ci serve a capire se siamo in grado di farlo o meno e soprattutto se i nostri compagni sono in grado di farlo oppure no.

Chi già frequenta la montagna in maniera costante sicuramente già conosce queste sigle. Per chi invece è alle prime armi e si sta approcciando al fantastico mondo della montagna, ho pensato che potesse essere utile elencare la scala delle difficoltà di itinerari escursionistici e alpinistici. Spesso infatti si pensa di conoscere ma in realtà si sottovaluta il reale “pericolo” e questo potrebbe causare degli incidenti. Frequentare la montagna in sicurezza e preparare bene la propria escursione a casa è molto importante.

Le scale delle difficoltà sono divise in base al tipo di terreno, ovvero sentiero, roccia, neve o ghiaccio in condizioni favorevoli di tempo e stabilità del terreno. Vediamo di seguito le varie classificazioni.

Scala delle difficoltà escursionistiche

Come accennato il CAI allo scopo di definire meglio le diverse tipologie di sentiero riscontrabili e il grado di difficoltà nella percorrenza ha individuato la seguente classificazione. I fattori che incidono maggiormente nel definire una tipologia piuttosto che un’altra sono:

  • lunghezza del percorso,
  • esposizione,
  • altitudine,
  • dislivello complessivo,
  • temperature ed esposizione (nord o sud),
  • difficoltà tecniche e impegno fisico generale,
  • presenza di segnavia CAI e difficoltà di orientamento.

Ecco di seguito la scala ufficiale delle difficoltà escursionistiche:

(T) Itinerario Turistico

Itinerario di tipo turistico di ambito locale su stradine pedonali, carrarecce, mulattiere o evidenti facili sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze dei paesi, località turistiche, vie di comunicazione e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale, storico o turistico-ricreativo.

(E) Itinerario Escursionistico

Itinerario di tipo escursionistico privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine.

(EE) Itinerario per Escursionisti Esperti

Come dice la sigla stessa questo tipo di itinerario è rivolto a chi già frequenta e ha una certa conoscenza della montagna, dei suoi pericoli e ha un buon grado di allenamento. Questo tipo di itinerari si sviluppano solitamente su zone impervie e con passaggi che richiedono una certa conoscenza della montagna, tecnica di base ed una adeguato equipaggiamento. Corrisponde generalmente a un sentiero di traversata nella montagna medio-alta e può presentare dei tratti attrezzati con infissi (funi, corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso.

(EEA) Itinerario per Escursionisti Esperti con Attrezzatura

Sono le classiche vie ferrate e sentieri attrezzati. Questi percorsi si sviluppano su pareti rocciose o su aree con creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi metalliche o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Per percorrere questo tipo di percorsi in totale sicurezza è obbligatorio avere un’adeguata preparazione fisica, abbigliamento tecnico appropriato e il kit da ferrata (imbrago, casco e set da ferrata con dissipatore).

(EEAG) = Escursionisti Esperti Attrezzati Ghiaccio

Caratteristiche simili all’EEA ma con utilizzo di attrezzature da ghiaccio (ramponi, piccozza, corda, etc.) oltre alla conoscenza delle relative manovre di assicurazione.

(EAI) Itinerario Escursionistico in Ambiente Innevato

Questi itinerari richiedono l’utilizzo delle ciaspole (o racchette da neve). I percorsi saranno evidenti, su crinali aperti e poco esposti che garantiscono sicurezza di percorribilità. Inoltre sarà fatto d’obbligo una buona conoscenza del fattore principale che rimane quello delle valanghe essendo attività svolta nel periodo invernale/primaverile. E’ obbligatorio avere anche buone capacità di orientamento, saper leggere una cartina topografica utilizzando anche la bussola (soprattutto se si va fuori dai sentieri tracciati o c’è tanta neve che copre i segnavia cai) e saper utilizzare l’Artva (Apparecchio Ricerca Travolti in Valanga).

👉 SCARICA PDF: allegato-circolare-22_2021-Classificazione-difficoltà

Scala delle difficoltà ambiente innevato

Anche in questo caso nei percorsi con le ciaspole i gradi sono espressi in condizioni ottimali di terreno, meteo, innevamento e visibilità.

WT-1: escursione facile con racchette. Terreno nell’insieme piatto o poco pendente che comporta praticamente rischio nullo di valanghe. La conoscenza delle valanghe non è dunque necessaria.

WT-2: escursione con racchette. Terreno nell’insieme piatto o poco pendente. Pendii ripidi nelle immediate vicinanze. Pericolo di valanghe, ma nessun pericolo di scivolamento o cadute esposte. Conoscenza di base nella valutazione del pericolo valanghe.

WT-3: escursione impegnativa con racchette. Terrene nell’insieme poco o moderatamente pendente. Brevi passaggi ripidi. Pericolo di valanghe. Pericolo di scivolamenti corti. Conoscenza di base nella valutazione del pericolo valanghe.

WT-4: itinerario alpino con racchette. Terreno moderatamente pendente. Brevi passaggi ripidi e/o traversate di versanti parzialmente con rocce affioranti. Ghiacciaio povero di crepacci con pericolo di scivolamento e e rischio di ferimento. Pericolo di valanghe e cadute esposte. E’ richiesta buona conoscenza della valutazione del pericolo valanghe, conoscenza di base dell’ambiente alpino e buona tecnica di progressione.

WT-5: itinerario alpino impegnativo con racchette. Terreno ripido. Brevi passaggi ripidi e/o traversate di versanti e/o passaggi rocciosi. Pericolo di valanghe e di cadute esposte. Pericoli alpini. Buona conoscenza della valutazione del pericolo valanghe, conoscenza di base dell’ambiente alpino e buona tecnica di progressione.

WT-6: itinerario alpino difficile con racchette. Terreno molto ripido. Passaggi molto impegnativi e/o traversata di versanti e/o passaggi rocciosi. Ghiacciaio ricco di crepacci.

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Scala delle difficoltà sulle vie ferrate

Abbiamo appena visto qual’è la scala delle difficoltà escursionistiche ufficiale che indica schematicamente le difficoltà che si possono incontrare lungo il percorso al fine di facilitare la scelta dell’itinerario ed evitare così spiacevoli inconvenienti. I sentieri attrezzati e le vie ferrate quindi sono classificati, secondo questa scala, con la sigla EEA (per escursionisti esperti con attrezzatura). L’accademico del CAI F. Cappellari per classificare ulteriormente le vie ferrate ha creato altre due scale, una che tiene conto delle difficoltà ambientali e una invece delle difficoltà tecniche.

FERRATA – DIFFICOLTA’ AMBIENTALE:

I 

Facile

Via di basso impegno globale, adatta anche ai bambini o a persone non molto esperte di ambiente montano. L'approccio è semplice e sicuro, come pure la disceca. La ferrata è ottimamente attrezzata senza punti critici non assicurati. Possibili vie di fuga in caso di mlatempo.

II

Poco difficile

Ferrata dove è necessaria già una buona esperienza. L'accesso alla parete può essere abbastanza lungo oppure ha bisogno di senso di orientamento. La via comunque è ben segnata ma in alcuni tratti può essere necessario, soprattutto in caso di cattivo tempo, di buon senso di orientamento. E' necessario passo fermo in quanto sono possibili tratti semplici ma esposti e non assicurati.

III

Abbastanza difficile

Via solo per escursionisti esperti. Isolata e lunga, può avere numerosi passaggi esposti e non protetti. Un cambiamento del tempo può creare seri problemi come pure può essere presente l'eventualità di caduta di sassi.

FERRATA- DIFFICOLTA’ TECNICHE:

1

Via facile, con limitati tratti di ferrata, adatti a giovani o a persone poco esperte.

2

Via non troppo lunga e abbastanza facile con qualche passaggio più verticale. Assicurazione molto buona.

3

Passaggi tecnici anche se discontinui. E' richiesto buon allenamento, passo fermo e buona abilità in arrampicata.

4

Via difficile, spesso con passaggi atletici che richiedono buon uso degli arti inferiori e di allenamento su quelli superiori. Diversi passaggi verticali.

5

Via molto difficilee complessa, riservata solo a persone con buona tecnica di arrampicata ed esperienza. Le difficoltà tecniche si sviluppano per lunghi tratti di via.

Scala delle difficoltà alpinistiche

Come per le escursioni e le vie ferrate esiste una classificazione che tiene conto del grado generale di difficoltà anche per i percorsi alpinistici (vie normali, vie di roccia). Tale classificazione da una valutazione complessiva della difficoltà tecnica di ascensione e dell’impegno fisico richiesto. La classificazione è in ordine crescente e serve per dare un’indicazione ad esperti e meno esperti se affrontare o meno quel tipo di percorso in base alle proprie capacità.

In base al tipo di salita alpinistica, alla difficoltà e al tipo di terreno viene assegnata una sigla per differenziare la tipologia:

A

Salita alpinistica normale, non richiede attrezzatura e non affronta passaggi di arrampicata, presenta zone ripide ed impervie, qualche passaggio un po' esposto, roccette non oltre il I/I+ grado.

AR

Salita alpinistica su roccia, affronta passaggi di arrampicata dal II grado in sù, richiede attrezzatura da arrampicata (corda, imbrago, rinvii, moschettoni, nuts e friends, eventuali chiodi, caschetto da roccia), necessita di esperienza ed allenamento.

AG

Salita alpinistica su neve e ghiaccio, affronta pendenze superiori ai 35°, creste e canali ghiacciati, richiede attrezzatura da arrampicata e da ghiaccio (corda, imbrago, rinvii, moschettoni, nuts e friends, eventuali chiodi da ghiaccio, piccozza, ramponi, caschetto da roccia), necessita di esperienza, capacità di valutazione ed allenamento.

I fattori che influiscono a determinare una sigla piuttosto che un’altra sono:

  • lunghezza della via o del percorso,
  • numero di tiri di corda,
  • esposizione,
  • qualità e tipo di roccia,
  • possibilità di vie di fuga o meno,
  • tecnica di arrampicata richiesta, etc.

Per le vie di roccia e arrampicata vengono assegnate due tipologie di scala delle difficoltà: la scala francese e la scala UIAA (Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche).

Difficoltà alpinismo (Scala Francese)

Talvolta queste sigle sono accompagnate dai simboli + o – (ad esempio AD+ oppure D-, etc.) per dare un grado intermedio. Le sigle utilizzate sono le seguenti:

F+

Facile: Non presenta particolari difficoltà

PD-

PD

PD+

Poco difficile: (presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia e neve, pendii di neve/ghiaccio fino a 35-40°)

AD-

AD

AD+

Abbastanza difficile: (difficoltà alpinistiche su roccia e ghiaccio, pendii di neve/ghiaccio fino a 40-50°)

D-

D

D+

Difficile: (difficoltà alpinistiche su roccia e ghiaccio, pendii di neve/ghiaccio fino a 50-70°)

TD-

TD

TD+

Molto difficile: (forti difficoltà alpinistiche su roccia e ghiaccio, ghiaccio fino a 70-80°)

ED-

ED

ED+

Estremamente difficile: (difficoltà alpinistiche estreme su roccia e ghiaccio, ghiaccio fino a 90°)

Difficoltà alpinismo (scala UIAA)

I

Facile

È la forma più semplice di arrampicata, bisogna scegliere l'appoggio per i piedi e con le mani si utilizzano frequentemente appigli, ma solo per equilibrio.

II

Poco difficile

Si richiede lo spostamento di un arto per volta ed una corretta impostazione dei movimenti. Appigli ed appoggi sono abbondanti.

III

Abbastanza difficile

La struttura rocciosa è ripida o addirittura verticale, appigli ed appoggi sono meno abbondanti e può richiedere talvolta l'uso della forza. I passaggi non sono ancora obbligati.

IV

Difficile

Appigli ed appoggi son più rari e/o esigui, si richiede una buona tecnica ed un certo grado di allenamento.

V

Molto Difficile

Appigli ed appoggi sono rari ed esigui, l'arrampicata richiede tecnica e/o impegno muscolare. E' necessario normalmente l'esame preventivo del passaggio.

VI

Estremamente Difficile

Appigli ed appoggi sono esigui e disposti in modo da richiedere una combinazione particolare di movimenti ben studiati. La struttura rocciosa può costringere ad un'arrampicata molto delicata in aderenza o decisamente faticosa su strapiombo. Necessita allenamento e notevole forze nelle braccia e nelle mani.

Scala difficoltà arrampicata

L’arrampicata può svolgersi su pareti di roccia, su cascate di ghiaccio oppure in falesia (indoor o outdoor). Vediamo questa tabella con la comparazione dei gradi di difficoltà per arrampicata su roccia.

U.I.A.A.

USA

FRANCIA

U.K.

AUSTRALIA

I

5

-


-

-

II

5

-

-

-

III

5.0

-

-

4

III+

5.1

-

-

5

IV-

5.2

-

3a

6

IV

5.3

4a

3b

7

IV+

5.4

4b

3c

8.9

V-

5.5

4b

4a

10.11

V

5.6

4c

4b

12.13

V+

5.7

5a

4c

14.15

VI-

5.8

5b

4c

16

VI

5.9

5c

5a

17

VI+

5.10a

6a

5b

18

VII-

5.10b

6a

5b

19

VII

5.10c/5.10d

6a

5c

20

VII+

5.11a/5.11b

6b

5c/6a

21-22

VIII-

5.11c

6c

6a

23

VIII

5.11d

7a

6b

24

VIII+

5.12a

7a

6b

25

IX-

5.12b

7b

6c

26

IX

5.12c

7b

6c

27

IX+

5.12d

7c

6c

28

X-

5.13a/5.13b

7c

6c

29-30

X

5.13c

8a

7a

31

X+

5.13d/5.14a

8a

7b

32-33

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Scala difficoltà arrampicata cascate di ghiaccio

La scala delle difficoltà di arrampicata su cascate di ghiaccio viene valutata attraverso un numero romano che sta a identificare l’impegno globale e un numero arabo che indica la difficoltà tecnica della progressione.

La prima sigla (in ordine crescente) considera come fattori della lunghezza, della continuità, dei pericoli oggettivi e soggettivi, della difficoltà dell’avvicinamento e della discesa, mentre la seconda valuta l’inclinazione della parete di ghiaccio, la continuità del tiro, la conformazione e spessore del ghiaccio e la sua proteggibilità.

Impegno Globale

  • I. Salita breve, vicina alla strada, con soste attrezzate e discesa facile. Non presenta un impegno particolare.
  • II. Una o due lunghezze vicino alla strada, discesa su terreno facile. Pochi pericoli oggettivi.
  • III. Itinerario di più tiri, che richiede qualche ora di arrampicata, oppure con lungo avvicinamento a piedi o con gli sci. Richiede una buona conoscenza dell’ambiente invernale. Soste di salita non attrezzate. La discesa si effettua generalmente in corda doppia lungo la linea di salita.
  • IV. Lungo itinerario di più tiri in ambiente che richiede qualità alpinistiche ed esperienza di avvicinamenti invernali. Può essere esposto a pericoli oggettivi quali valanghe, caduta di ghiaccio e sassi. Discesa con difficoltà e calate da attrezzare.
  • V. Itinerario molto lungo, con più lunghezze consecutive di difficoltà elevata, che richiede un grande impegno. Presenza di pericoli oggettivi, discesa impegnativa. Poche ripetizioni.
  • VI. Itinerario estremamente lungo ed in ambiente isolato, difficilmente ripetibile in giornata.
    Problemi logistici di avvicinamento, discesa o per un’eventuale ritirata. E’ il grado assegnato ai più difficili itinerari di ghiaccio sulle Alpi e nel mondo.
  • VII. Itinerario come il precedente, ma con ampiezza e continuità delle difficoltà ancor maggiori. Esistono solo poche salite di ghiaccio con questa valutazione.

Difficoltà tecnica

Con la difficoltà tecnica abbiamo la seguente classificazione. Vengono inoltre usate anche la lettera “X” e la “R” per per indicare strutture particolarmente fragili  e per il ghiaccio sottile.

  • 1. Ghiaccio con pendenza modesta e che non presenta particolari difficoltà.
  • 2. Lunghezza di corda intorno ai 70° con ghiaccio buono e facilmente proteggibile.
  • 3. Lunghezza di corda con tratti fino 80° , ma che presenta punti di riposo ed un ghiaccio spesso e compatto. Soste comode e facilità di protezione.
  • 4. Lunghezza di corda abbastanza continua e quasi verticale oppure una sezione verticale non molto lunga. Buona qualità del ghiaccio e protezioni soddisfacenti.
  • 5. Lunghezza di corda continua e quasi totalmente verticale, ma con ghiaccio discreto, o un tiro meno continuo ma con ghiaccio difficile. Protezioni discrete.
  • 6. Lunghezza di corda molto sostenuta e senza punti di riposo. Ghiaccio difficile, con tratti anche strapiombanti, e conformazione che richiede un’elevato livello tecnico. Protezioni difficili da posizionare e spesso di dubbia tenuta.
  • 7. Lunghezza di corda come la precedente, ma con ghiaccio estremamente precario e difficile. Protezioni molto scarse o impossibili.

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scala delle difficoltà cascate di ghiaccio

Scala difficoltà nello scialpinismo

Nello scialpinismo è più difficile individuare una sola classificazione delle difficoltà. Quando si percorrono itinerari scialpinistici (come del resto anche per le ciaspole) è fondamentale il tipo di manto nevoso presente, la stagione in ci si percorre l’itinerario e anche l’orario. La neve infatti muta continuamente la sua struttura e ogni annata è diversa una dall’altra.

Nello specifico quando si parla di scialpinismo si parla di scale delle difficoltà e generalmente sono tre:

  1. scala di Blachère
  2. scala di Traynard
  3. scala dell’esposizione.

Per maggiori informazioni leggi questo articolo.

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