Riccardo Cassin, icona dell’alpinismo internazionale6 min read

Eccellente scalatore, Riccardo Cassin è passato alla storia dell’alpinismo per aver realizzato delle ascensioni diventate con il tempo delle grandi classiche. Un tecnico scalatore di grande spessore e di grande carisma, nel 1958 capospedizione del gruppo che ha vinto il Gasherbrum IV. Una vera e propria rivincita dopo l’esclusione dalla spedizione al K2 del 1954. L’alpinista friulano nel corso della sua carriera si è distinto con merito sulle montagne italiane e internazionali, fino a diventare una vera icona dell’alpinismo.
Riccardo Cassin: la sua intensa vita
Nato il 2 gennaio 1909 a San Vito al Tagliamento, Riccardo Cassin ha vissuto un’infanzia piuttosto povera. Proprio le precarie condizioni economiche costringono il padre Valentino ad emigrare in Canada, dove trova lavoro come minatore nel sud-ovest del Paese. Nel 1913 purtroppo la vita del padre viene spezzata da una forte esplosione. Senza più il minimo sostentamento economico, la madre con lui e la sorella decide di trasferirsi da suo padre a Savorgnano, sulle rive del Tagliamento.
Da queste parti Riccardo Cassin, anche se molto piccolo, vive i devastanti effetti della prima guerra mondiale. A soli 17 anni, nel 1926, per motivi di lavoro si trasferisce a Lecco. Proprio qui scopre le guglie delle Grigne e comincia la sua grande passione per le montagne. Riccardo Cassin diventa un grande sportivo, in inverno pratica lo sci mentre nel corso di tutto l’anno pratica il pugilato. Tuttavia la sua carriera da pugile, nonostante qualche incontro, dura solo qualche anno per lasciare definitivamente il posto alla montagna. Con il passare del tempo l’attività in Grignetta si intensifica e la confidenza con la montagna cresce senza freni, fino a trasformare Cassin in uno dei migliori sestogradisti d’Italia.
Dopo l’8 settembre del 1943 partecipa attivamente alla guerra per liberare Lecco dai nazi –fascisti. Il 6 agosto 2009, a poco più di 100 anni, Riccardo Cassin si spegne nella sua abitazione ai Piani Resinelli.
Si dice semplicemente “andare in Grigna” ma la Grigna non è una cima, la Grigna è un mondo. (cit. Riccardo Cassin).
Riccardo Cassin: la carriera da alpinista
La grande carriera da alpinista di Cassin comincia nel 1929 e nel 1931, a distanza di soli due anni, l’alpinista friulano traccia le prime vie sulle Prealpi lombarde. In onore di suo padre, la via Valentino Cassin al Sigaro è stata tra le sue prime realizzazioni. Uno dei suoi maestri è stato sicuramente Emilio Comici, che insegna a Cassin l’uso corretto dei chiodi e la tecnica della scalata in artificiale. Il talento dell’alpinista friulano comunque emerge in brevissimo tempo perché, nel giro di qualche anno, porta a compimento un gran numero di ascensioni mostrando a tutti come sia possibile ottimizzare i risultati sia sul misto che sul calcare.
Il 1934 è l’anno delle Dolomiti, dove l’alpinista porta a termine delle scalate uniche. In agosto, assieme a Luigi Pozzi e Gigi Vitali, termina la salita della Cima Piccolissima di Lavaredo. Successivamente rivolge il suo impegno alla Cima Grande, dove sempre in compagnia di Gigi Vitali, si dedica alla ripetizione della via Comici-Dimai. Una conquista dopo l’altra, anche se il meglio deve ancora venire.
Nel 1935, a fine agosto, con Vittorio Ratti, si spinge ai piedi della cima ovest di Lavaredo, con l’intenzione di scalare il lato nord: l’obiettivo dei migliori alpinisti di quei tempi. Una forte pioggia rende l’impresa ancora più dura che, alla fine, dopo 3 giorni di scalata, viene portata a termine. Così nasce la Via Cassin – Natti, da più parti considerata la più complicata delle Alpi.
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Altre imprese alpinistiche di Riccardo Cassin
Nel 1937, a dispetto del maltempo, Cassin con un gruppo di alpinisti, tra cui ancora Ratti, scala l’impressionante parete nord-est del Pizzo Badile. Un’impresa purtroppo pagata a cara prezzo, in quanto nella discesa perdono la vita due componenti del gruppo: Valsecchi e Molteni. Ad inizio agosto del 1938 Cassin rivolge le sue attenzioni al massiccio del Monte Bianco per scalare lo sperone Walker delle Grandes Jorasses, assieme a Gino Esposito e Ugo Tizzoni. Seppur non conscendo affatto la zona, Cassin con gli altri due alpinisti affronta una fessura di grossa difficoltà per puntare dritto alla vetta. Tre giorni è un’altra impresa è compiuta con successo.
A distanza di pochi giorni dallo scoppio della seconda guerra mondiale Riccardo Cassin, con Tizzoni, compie l’ascensione dell’Aiguille de Leschaux. La guerra frena solo per qualche anno l’attività alpinistica di Cassin, che riprende a pieno ritmo una volta finito il grande conflitto. Riprende però senza alcuni amici morti durante la guerra, non c’è più neanche Vittorio Ratti l’amico di molte imprese. Nel 1947 Cassin compie l’ascensione della parete nord della Terza Sorella del Sorapis mentre nel 1950, con Carlo Mauri, porta a termine la quarta ripetizione della Ratti-Vitali. Nel 1987, all’età di 78 anni, effettua la ripetizione della “sua” via al Pizzo Badile, quella che l’ho ha reso grande agli occhi del mondo.
Riccardo Cassin: le sue esperienze da capospedizione
Riccardo Cassin nel 1953 prende parte, con il professor Desio, a una ricognitiva spedizione in Karakorum, con lo scopo di esaminare la piramide del K2 per raccogliere importanti notizie per la spedizione dell’anno seguente. Nel 1954 però Cassin e altri bravi alpinisti vengono esclusi dalla spedizione per motivi di salute. Al suo posto invece ci sarà un giovanissimo Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di sempre, e amico di Riccardo Cassin.
Nel 1958 Riccardo Cassin, torna in Karakorum, questa volta in qualità di capospedizione per conquistare Gasherbrum IV. L’elegante e paurosa piramide viene violata con successo il 6 agosto. Nel 1961 guida invece la spedizione al Denali, in Alaska. Anche questa salita riesce, con i componenti del gruppo che raggiungono tutti la vetta.
Il 1978 Cassin guida la sua ultima spedizione sulla parete sud del Lhotse. Alla spedizione partecipa anche il già noto Reinhold Messner, anche se alla fine il gruppo deve arrendersi al grande rischio di valanghe e alle intemperie del tempo.
Cassin produttore di materiali nuovi
Oltre ad essere stato una vera icona dell’alpinismo, precursore del sesto grado e scopritore degli ottomila, Riccardo Cassin è stato anche artefice dello sviluppo di materiali alpinistici come chiodi da arrampicata, piccozze, martelli e moschettoni a partire dal 1947. Nel 1950 sviluppa anche le prime giacche in piumino d’oca utilizzate per le spedizioni in alta quota. Successivamente svilupperà anche imbraghi, ramponi in titanio e la piccozza con manico in carbonio. Una vita frenetica e di grande successo, nonostante le tante difficoltà lungo la strada.
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- Attività specifica: Arrampicata su ghiaccio
- Attività specifica: Alpinismo
Onorificenze
Nel corso della sua lunga vita e carriera alpinistica in mezzo alle sue amate montagne, Riccardo Cassin ha ricevuto le seguenti onorificenze:
- Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 1980;
- Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 1999;
- Medaglia d’oro al valore atletico per tre volte, nel 1935, nel 1937, e nel 1938.
Libri su Riccardo Cassin
- Dove la parete strapiomba, prima edizione 1958. (Ripubblicato da Alpine Studio nel 2019)
- Capocordata, la mia vita di alpinista, 2001, Vivalda
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.