Pelmo – Giro ad anello del Caregon del Padreterno5 min read

Pelmo – Giro ad anello del Caregon del Padreterno5 min read
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Bellissima escursione ad anello che partendo da Passo Staulanza permette di circumnavigare il Pelmo in un ambiente unico e straordinario. Il giro del Pelmo è un percorso molto panoramico adatto a persone esperte ed allenate. In inverno è possibile fare metà giro a/r dal Passo Staulanza fino al Rifugio Venezia A. De Luca con le ciaspole.

monte pelmo

Scheda tecnica

GRUPPO MONTUOSO: Pelmo

PUNTO DI PARTENZA: Passo Staulanza (1773 m s.l.m.)

QUOTA MINIMA: 1773 m

QUOTA MASSIMA: 2476 m

LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 12,9 km

DISLIVELLO COMPLESSIVO: 703 m

TEMPO TOTALE: 6,30 h a/r (soste escluse)

TIPO DI PERCORSO: sentiero segnato, traccia

PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Passo Staulanza, Rif. Venezia-Alba Maria de Luca

ATTREZZATURA: normale dotazione escursionistica

PERIODO CONSIGLIATO: Luglio - Settembre

FREQUENTAZIONE: alta

DIFFICOLTA': EE (Escursionisti Esperti)

CIME DA SALIRE: Pelmo (3168 m s.l.m.) EE, max II grado

CARTOGRAFIA: Carta Tabacco, 1:25.000 – foglio 025 – “Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine”

📌 Se non ce l’hai o ti serve una cartina topografica >> CLICCA QUI

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza consigliato è il Passo Staulanza (1773 m s.l.m.), valico fra la Val di Zoldo e la Val Fiorentina.

Descrizione dell’itinerario

Dal Passo Staulanza si segue il sentiero CAI 472 cha sale per l’antico Triol dei Cavai fra larici e abeti rossi in direzione sud est. Il percorso esce dal bosco sotto lo spigolo occidentale del Pelmetto, dove sale il sentierino che porta alle impronte di dinosauro. Si prosegue sotto le verticali pareti meridionali fino al pascolo de Le Mandre sotto La Fisura, il profondo intaglio fra Pelmetto e Pelmo.

Qui salgono anche il sentiero CAI 474 che giunge da Palafavera e, poco più avanti il sentiero CAI 473 proveniente da Coi. Il panorama dalla radura è spettacolare, vedendo la Civetta, il San Sebastiano-Tàmer, gli Spiz di Mezzodì e il Bosconero che contornano la parte bassa della Val di Zoldo. Di fronte invece si vede l’Antelao con la sua inconfondibile sagoma triangolare.

Si continua passando la località I Lach e la singolare architettura denominata La Dambra, staccata dal versante sud orientale del Pelmo. Oltrepassata una zona a mughi e un canalino ghiaioso si sbuca al Passo di Ritorto (1931 m s.l.m.) e quindi ai Campi di Rutorto, sotto il Vant (l’enorme circo glaciale sospeso) del Pelmo. Qui a 1947 m s.l.m. sorge il rifugio Venezia-Alba Maria de Luca, punto di incontro dell’Alta Via n. 1, dell’Alta Via n. 2 e dell’Anello Zoldano (2,30 h, E).

Dal rifugio Venezia si segue il sentiero CAI 480 (Sentiero Flaibani, Alta Via n. 1) che sale ripido fra le ghiaie. Lasciata a sinistra l’indicazione per la cima del Pelmo (Cengia di Ball), si prosegue dritti con vista verso Antelao, Sorapis e Monfalconi. Dopo circa un’ora di cammino in salita su ghiaione si giunge a un primo valico roccioso. Seguono alcuni facili tratti attrezzati con corde. La ripida salita termina a Forcella Val d’Arcia (2476 m s.l.m.); il panorama da qui è meraviglioso e raggiunge a sud lo Schiara e verso ovest il Sella, il Sassolungo e la Marmolada (1,45 h, EEA-F con EE).

Scendendo sul versante settentrionale le rocce della Cima di Val d’Arcia appaiono profondamente corrugate dagli eventi tettonici e levigate dall’esarazione glaciale. Il sentiero inizialmente scende ripido, poi, in vista dell’immane parete nord occidentale del Pelmo, diviene quasi pianeggiante e attraversa il ghiaione di Val d’Arcia verso ovest. Qui si può osservare un rock glacier, con spaccature che rivelano la presenza di ghiaccio compatto sotto i detriti. Molto bella la vista verso la Croda da lago e i Lastoi de Formin.

L’ultima discesa è piuttosto ripida e segue delle tracce che tagliano alcune zone di frana. La progressione fra le ghiaie  fini è a dir poco entusiasmante. Alla base del ghiaione si ritrovano le indicazioni del sentiero CAI 480; le si seguono fra i mughi fino al Passo Staulanza (2,15 h EE) dove abbiamo lasciato la macchina.

Ulteriori informazioni

 
DD 46.420980, 12.104274
DMS 46°25'15.5"N 12°06'15.4"E
UTM 33T 277488 5144898
  • Scarponi da montagna con suola ben marcata, sono vivamente sconsigliate le scarpe da ginnastica;
  • Abbigliamento adatto alle condizioni e alla stagione in corso
  • bastoncini telescopici e lampada frontale.
  • kit pronto soccorso
Le indicazioni sull'equipaggiamento servono solo come indicazione generale per aiutarti a individuare quello che dovresti portare con te.
Queste sono alcune semplici raccomandazioni che mi sento di indicarvi:
  • Rispetta la natura e non uscire dai sentieri tracciati
  • Se passate all'interno o vicino a proprietà private mantieni un comportamento civile e cortese
  • Saluta sempre chi incroci lungo il tuo percorso
  • Frequenta i rifugi e sii sociale condividendo le tue esperienze
  • Non raccogliere fiori, vegetazione di varia natura o altro
  • Non gettate e non abbandonate i rifiuti (i rifiuti si portano a valle).
  • RISPETTA LA MONTAGNA!!!
  1. Preparate il vostro itinerario a casa
  2. Scegliete un percorso adatto alla vostra preparazione
  3. Scegliete equipaggiamento e attrezzatura idonei
  4. Consultate i bollettini nivo-metereologici
  5. Se potete evitate di andare via da soli
  6. Lasciate informazioni sul vostro itinerario e sull'orario approssimativo di rientro
  7. Non esitate ad affidarvi ad un professionista
  8. Fate attenzione alle indicazioni e alla segnaletica che trovate sul percorso
  9. In caso di dubbio non esitate a tornare sui vostri passi
  10. In caso di incidente date l'allarme chiamando il numero breve 112

Foto scattate durante l’escursione

   

 

Note

Il monte Pelmo (chiamato anche “Caregon del Padreterno”) è una montagna bellissima, possente e isolata. Il gruppo in realtà è composto da due cime, il Pelmo (3168 m s.l.m.) e il Pelmetto (2990 m s.l.m.), separati dal canalone chiamato La Fisura.

Il giro del Pelmo è un itinerario molto vario che porta ad ammirare i quattro diversi versanti del gruppo montuoso: le gialle pareti meridionali, il vallone orientale, il lato settentrionale con le Cime di Forca Rossa e la colossale parete nord ovest. Il tratto più difficile è dal rifugio Venezia in poi: la risalita fino a Forcella Val d’Arcia richiede condizioni meteo stabili.

Cime da salire

La vetta del Pelmo (3168 m s.l.m.) è raggiungibile dal Rifugio Venezia seguendo il sentiero CAI 480 per Forcella Val d’Arcia e deviando a sinistra dopo venti minuti. Si sale quindi un passaggio a gradoni che si restringe e raggiunge la Cengia di Ball. La cengia è pianeggiante e si sviluppa verso sinistra, alta sulle pareti del versante sud. Il percorso molto esposto supera alcune sporgenze e tre canali in serie.

Il secondo è il Passo dello Stemma, il terzo è il famoso Passo del Gatto da superare strisciando carponi o stando all’esterno su roccia lisciata ed esposta (passaggio di II grado). In questo tratto si trova una corda fissa per agevolare il passaggio. Si raggiunge così la base dell’ampio vallone (Vant) e lo si rimonta completamente seguendo gli ometti.

Arrivati ai piedi di una parete si sale a sinistra per roccette e si guadagna il vallone superiore, si passa a destra su gradoni rocciosi e poi si ritorna a sinistra fino a raggiungere la cresta ovest nel punto in cui è più bassa (traccia e ometti). Da qui si sale la cresta finale sud ovest con l’aiuto di uno spezzone di corda (2,30 h EE, max II). L’ultimo passaggio è molto esposto e richiede la massima attenzione. La discesa avviene per la stessa via di salita. Questa è sicuramente una salita lunga e impegnativa adatta ad escursionisti esperti ed allenati, abituati all’esposizione e alle alte quote.

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NOTA BENE: la percorribilità degli itinerari di montagna è strettamente legata alle condizioni contingenti e dipende quindi da fenomeni naturali, cambiamenti ambientali e condizioni meteo. Per questo motivo, le informazioni contenute in questa scheda potrebbero aver subito variazioni. Prima di partire, informati sullo stato del percorso contattando il gestore dei rifugi sul tuo percorso, le guide alpine, i centri visitatori dei parchi naturali e gli uffici turistici.

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