Nives Meroi e Romano Benet, la coppia di alpinisti più famosa del mondo6 min read

L’amore e l’affiatamento fra due persone si manifestano in modi differenti, come solo il cuore può suggerire; nel caso di Nives Meroi e Romano Benet è stata anche la passione per la montagna a cementare la loro unione, portandoli a superare imprese mai realizzate prima; si tratta, infatti, della prima coppia marito e moglie ad aver scalato tutti i 14 Ottomila presenti sul Pianeta. Il senso di avventura, l’amore per la natura e il comune desiderio di superare i propri limiti li hanno guidati in una serie di imprese che hanno dell’incredibile, affrontando anche la sfida del K2 e dell’Annapurna, annoverate fra le vette più pericolose al mondo.
Le biografie e le imprese compiute insieme
Nives Meroi e Romano Benet sono praticamente coetanei in quanto la prima è nata a Bonate Sotto il 17 settembre 1961, mentre il secondo è nato a Tarvisio il 20 aprile 1960; a differenza del marito, da sempre amante delle montagne, per Nives questa passione è cresciuta gradualmente, dopo essersi trasferita con la famiglia a Tarvisio.
Da sempre amante dell’attività fisica, ha iniziato con l’atletica e lo sci per poi approdare alle scalate delle pareti; l’incontro fra Nives e Romano è avvenuto proprio durante una cordata e da allora non si sono più lasciati. Da subito, infatti, è emersa la loro grande sintonia, la capacità di affrontare le sfide con lo stesso spirito e con lo stesso ritmo. Il passo verso la nascita del loro amore, poi, è stato naturale e molto breve.
La prima vera impresa insieme la compiono al Pilastro Piussi sul Mangart ma nel 1990 si sentono pronti per tentare la scalata del K2 e dell’Everest. È nel 1998, tuttavia, che riescono a conquistare il loro primo Ottomila: il Nanga Parbat in Pakistan e Nives ha il primato di essere stata la prima donna a riuscire in questa impresa.
Da allora inizia una serie di successi con la conquista, fra gli altri, dell’Everest nel 2007 e del Manaslu nel 2008 che rappresenta l’undicesimo Ottomila. Da sottolineare il fatto che Nives e Romano non si sono mai serviti di ossigeno e sherpa durante queste imprese, a differenza di quanto fatto da altri alpinisti prima e dopo di loro.
Il gesto della “rinuncia”
Come spesso succede, però, anche i più grandi spesso sono costretti a fare i conti con altri tipi di limiti e con impedimenti importanti. In questo caso un freno alle loro imprese è arrivato mentre la coppia era impegnata nella scalata del Kangchendzonga, la terza vetta più alta del mondo e anche la più impegnativa e pericolosa.
Era il 2009 e Nives, consapevole di essere in competizione con altre due alpiniste per ottenere il riconoscimento come prima donna a scalare tutti i 14 Ottomila, stava perdendo di vista i suoi reali interessi, lusingata dalla fama e dalla spettacolarizzazione. A poche centinaia di metri dalla cima, però, Romano si sente male e Nives è costretta a scegliere se proseguire da sola, abbandonando il compagno o rinunciare alla competizione e lasciare ad altre alpiniste un primato così tanto ambito e cercato. Ovviamente Nives non ha dubbi e, insieme al marito e compagno di cordata e di vita Benet, decide di rinunciare e scendere per poi tornare a casa in Italia.
Un gesto apparentemente semplice e quasi scontato ma che nella realtà non lo è affatto, dettato dall’amore per il marito e dall’intelligenza di una donna e moglie. Rinunciare a un tale obiettivo non è affatto semplice e in questo gesto straordinario Nives Meroi ha dato un insegnamento importantissimo all’intero mondo alpinistico mondiale.
Il fatto di conoscerci in maniera così profonda ci dà la possibilità di concentrarci senza essere mai un peso per l’altro. cit. Nives Meroi.
La scoperta della malattia
Dopo accurate analisi il responso per Romano è fra quelli che nessuno vorrebbe sentirsi mai dire, a maggior ragione chi ha fatto dell’attività fisica la propria ragione di vita: l’uomo è affetto da aplasia midollare severa, malattia che ha comportato ovviamente uno stop alle imprese della coppia ma anche diversi trapianti di midollo, oltre che cure chemioterapiche e molteplici trasfusioni.
Anche questo ostacolo viene superato e nel 2012 i due alpinisti si apprestano a tentare un’altra avventura himalayana: la scalata del Kangchenjunga, al confine fra Nepal e India. In quell’occasione l’impresa non riesce, ma due anni dopo, nel 2014, la coppia riuscirà a conquistare anche questa vetta insidiosa. È l’11 maggio 2017, però, che Nives e Romano tentano e riescono nell’impresa che li consacrerà definitivamente, facendoli entrare di diritto nell’albo d’oro dell’alpinismo himalayano.
L’etica dell’alpinismo ci insegna ad arrampicarci senza l’ausilio di mezzi tecnici cercando di essere leggeri e puliti nelle salite. cit. Romano Bennet
La conquista dell’Annapurna
Venti anni insieme in alta quota, un esempio non solo per gli amanti della montagna, ma anche per tutti coloro i quali vogliono affrontare sfide importanti con il solo aiuto della passione e della forza di volontà. Nel 2017, infatti, la coppia riesce a completare l’impresa dei 14 Ottomila, espugnando la vetta dell’Annapurna posta a 8091 m; insieme a loro ci sono due spagnoli, Jonatan Garcia e Alberto Zerain. La conquista viene compiuta, ovviamente, senza ossigeno e senza sherpa, partendo dal campo 4 posto a 7100 m e arrivando a destinazione in circa 10 ore: Romano e Nives sono la prima coppia in assoluto a concludere tale impresa.
A proposito di Nives Meroi, Reinold Messner ha detto: «Ogni volta ho sottolineato il mio apprezzamento per Nives, perché la ritengo, proprio per lo stile, la più forte delle donne che hanno chiuso la corona delle 14 montagne più alte della Terra».
Pubblicazioni
Questi primati, ovviamente, non sono passati inosservati. Lo scrittore Erri De Luca, ad esempio, ha dedicato a Nives il libro Sulla traccia di Nives (Mondadori 2006), definendola con l’appellativo di ‘’tigre’’. In diverse interviste rilasciate per giornali e documentari, poi, i due non fanno mistero di avere caratteri profondamenti diversi e anche un diverso modo di affrontare le difficoltà.
Proprio questo, però è stata la forza che li ha portati, con il tempo e l’esperienza, a riuscire a dividere perfettamente i compiti nella cordata; Romano, essendo più forte fisicamente e tecnicamente apre la pista, ma Nives ha senza dubbio maggiori doti organizzative e di pianificazione delle spedizioni.
I due alpinisti friulani sono diventati un punto di riferimento per gli amanti delle montagne e non solo degli alpinisti; gran parte delle loro scalate, oltre alla loro storia personale, sono state raccontate da Nives in tre libri:
- “Sinai, la montagna sacra raccontata da due testimoni d’eccezione” (2014),
- “Non ti farò aspettare. Tre volte sul Kangchendzonga, la storia di noi due raccontata da me” (2015);
- “Il volo del corvo timido. L’Annapurna e una scalata di altri tempi” (2019).
- Meroi, Nives (Autore)
- Editore: Feltrinelli Editore s.r.l.
- Autore: Erri De Luca
- Collana: Universale economica
Riconoscimenti alla carriera
Nives Meroi nel 2010 è stata anche insignita dal Capo dello Stato dell’Onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana in virtù dei traguardi ottenuti in alta quota. Nel 2017 la coppia di coniugi alpinisti più famosa del mondo hanno ricevuto l’onorificenza di atleti dell’anno dal comprensorio tarvisiano. Nel 2018 Nives riceve il premio speciale Fair Play proprio per il suo gesto di rinunciare al primato sportivo di prima donna a raggiungere tutti gli ottomila per amore del marito. Di fatto i due alpinisti sono entrati nell’olimpo dell’alpinismo internazionale e sono diventati punto di riferimento per le generazioni presenti e future.
Recentemente, in occasione del 69° Trento Film Festival 2021 i due alpinisti sono stati ospiti dell’ultima puntata di ‘‘Dirette dalla Montagna’’, nel corso della quale hanno raccontato tutte le loro sfide vinte e la storia eccezionale di una vita trascorsa insieme sulle cime più alte del mondo.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.