Gran Paradiso5 min read

Il Gran Paradiso con i suoi 4.061 m s.l.m. è la vetta del massiccio omonimo interamente italiana situata in Valle d’Aosta tra i territori dei comuni di Valsavarenche e Cogne.
A cavallo tra le regioni della Valle d’Aosta e del Piemonte, il Gran Paradiso è il solo massiccio maggiore ai quattromila metri di quota completamente in Italia. Sono due le cime di questa montagna superiore ai 4mila metri, mentre circa una trentina delle sue vette superano la bella cifra dei tremila metri.
Dopo Corno Nero e Piramide Vincent, la massima elevazione del Gran Paradiso è la terza interamente in territorio italiano, tutte cime del Massiccio del Monte Rosa tra i comuni di Gressoney-La-Trinité e di Alagna Valsesia. La vetta della montagna del Gran Paradiso si trova nel territorio della Val d’Aosta, al confine tra i comuni di Valsavarenche e Cogne. Il toponimo Gran Paradiso trae origine, per assonanza, dal nome francese Grand Paradis.
Gran Paradiso: tra cime, valli e ghiacciai
Localizzato quindi completamente in Italia, tra Valle d’Aosta e Piemonte, il Gran Paradiso è composto da ben cinque valli: nella regione valdostana troviamo la Valsavarenche, la Val di Cogne e la Val di Rhemes, mentre nella regione piemontese sono presenti le valli di Val Soana e la Valle dell’Orco.
La cima più alta (4061 metri) ricade completamente in Valle d’Aosta e dalla quale diparte una cresta che separa la Valsavarenche dalla Val di Cogne. Imponente anche la famosa cima della Grivola, ben 3969 metri di altezza. Dalla parte del versante del Piemonte si distinguono invece le vette della Tresenta e della Ciarforon, entrambe superiori ai 3600 metri di altezza. A caratterizzare particolarmente il massiccio sono anche alcuni ghiacciai, prevalentemente estesi sul versante della Valle d’Aosta. Da segnalare soprattutto i ghiacciai del Laveciau e del Gran Paradiso, che scendono in direzione valle Valsaverenche. Degno di nota anche quello della Tribolazione, che invece interessa la Val di Cogne.
Gran Paradiso: la conquista della vetta del 1860
La notorietà del Gran Paradiso risale a molti anni fa e da diversi decenni la montagna è diventata un vero e proprio punto di riferimento per diversi scalatori e appassionati. Già nel lontano 1859 alcuni alpinisti conquistarono la vetta della Grivola e con il loro successo incuriosirono altri intraprendenti scalatori. Così, appena un anno più tardi, precisamente nel 1860, partì un’ambiziosa spedizione per scalare i 4061 metri del Gran Paradiso.
Protagonisti di questa bella avventura furono gli alpinisti inglesi Duundas e Cowel insieme alle guide Tairraz e Payot che, partendo dall’Alpe di Moncorvè, salirono lungo il versante sud-ovest della montagna. La spedizione riuscì perfettamente e secondo i programmi stabiliti in partenza. Infatti, i protagonisti della scalata, il 4 settembre del 1860, raggiunsero la cima senza particolari problemi.
Gran Paradiso: itinerari alpini
Il Gran Paradiso non è dunque ritenuta una montagna difficile, anzi la strada normale quella intrapresa dai primi scalatori è classificata quale F+, a conferma della facilità del percorso. Soltanto gli ultimi 60 metri dell’ascesa presentano qualche seria difficoltà, con dei tratti appena più complicati degli altri. Tuttavia è bene ribadire che trattasi comunque di un percorso alpinistico su ghiacciaio, per affrontarlo sono necessarie le dovute competenze nell’impiego di attrezzi e tecniche d’alta quota come piccozza e ramponi oltre alla corda. Intraprendere un itinerario simile, seppur semplice, sprovvisti di esperienza e di ogni opportuna tecnica o attrezzatura è un rischio da non correre assolutamente per non incappare in qualche pericolosa difficoltà.
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Con il passare del tempo poi sono diventate classiche anche altre vie di ascesa alla montagna e oggi salire il Gran Paradiso è possibile attraverso le seguenti vie:
- via Normale (rifugio V. Emanuele II), tra i percorsi maggiormente seguiti per arrivare alla vetta;
- via Normale (rifugio Chabod), un itinerario che per alcuni tratti supera il ghiacciaio del Laveciau per poi ricongiungersi alla via Normale rifugio V. Emanuele II;
- via Classica – parete nord, un’altra via battuta dagli appassionati dell’alpinismo che, dopo l’aggiramento di un seracco, consente di arrivare alla cresta e da lì alla cima del Gran Paradiso.
Gran Paradiso: record e curiosità
La corsa ai record è una prerogativa di molti atleti di diverse discipline sportive, da questo punto di vista la montagna non fa per niente eccezione. La storia racconta di tanti esaltanti record conseguiti sulle montagne più complicate e anche sulle cime più facili da scalare.
Il primo record di ascesa al Gran Paradiso appartiene a Valerio Bertoglio, il guardiano del parco di Ceresole Reale che il 6 agosto del 91 ha percorso l’itinerario da Pont di Valsavaranche alla cima e ritorno facendo registrare un tempo pari a 2h 32 minuti e 6 secondi. Quattro anni dopo, nel 1995, a migliorare il tempo di Valerio Bertoglio è stato Ettore Champrétavy.
In quell’anno, il valdostano ha fermato il tempo a 2h 21 minuti e 36 secondi. Meglio di loro, nel 2020, ha fatto Nadir Maguet arrivando alla vetta del Gran Paradiso con un tempo di 2h 2 minuti e 32 secondi. Dal primo record di Valerio Bertoglio del 1991 al record di Nadir Maguet del 2020 sono passati quasi trent’anni, con un miglioramento in fatto di tempo di scalata di circa 30 minuti.
La facilità della scalata alla vetta del Gran Paradiso non è in discussione, lo conferma una curiosità molto datata: nel lontano 1931 il prete scalatore Joseph-Marie Henry è stato capace di portare fino alla cima della montagna Cagliostro, un asino. Un’altra curiosità è legata ad Achille Ratti, in seguito divenuto Papa Pio XI, che qualche anno più tardi si arrampicò fino alla cima con un ragazzino sulle spalle.
Gran Paradiso: come arrivare
Innanzitutto per scalare la montagna del Gran Paradiso è necessario raggiungere la Valle d’Aosta, dunque arrivare a Cogne. Il luogo si raggiunge in auto molto facilmente, ma è raggiungibile comodamente pure con i trasporti pubblici direttamente dalla città di Aosta.
In genere, partendo da Pont di Valsavaranche, la salita viene divisa in 2 giorni. Nel corso del primo giorno di trekking si arriva al rifugio Chabod o al rifugio V. Emanuele II, mentre l’arrivo in cima e il ritorno a valle sono previsti nel corso della seconda giornata.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.