Galaverna, brina e calabrosa: quali sono le differenze

Quando arriva l’inverno e il freddo pungente oltre alla neve e al ghiaccio a regalare paesaggi suggestivi ci pensano altri fenomeni come la galaverna, la brina e la calabrosa. Si tratta di fenomeni che si verificano quando durante la notte le temperature vanno ben al di sotto dello zero termico e non c’entrano niente con le precipitazioni nevose. Cerchiamo ora di andare per ordine e capire cosa sono questi fenomeni suggestivi e particolari.
Cos’è la brina
La brina è molto più nota della galaverna ed è quella patina bianca formata da cristalli di ghiaccio che solitamente troviamo al mattino presto sulla superficie di oggetti solidi ma anche sull’erba, sulle foglie e sui rami degli alberi.
La brina di superficie si forma grazie all’effetto di congelamento diretto del vapore acqueo dovuto alla dispersione di calore del suolo, a contatto con un corpo solido che si trova a una temperatura superficiale inferiore a zero gradi. Questo processo di congelamento del vapore acqueo che porta alla formazione di piccoli cristalli aghiformi, viene chiamato anche brinamento che è il contrario della sublimazione poichè passa allo stato solido bypassando lo stato liquido.
La brina di superficie ha spessori di pochi centimetri (a volte anche meno di un centimetro) e di solito si forma nelle notti di cielo sereno con assenza di vento dopo giorni particolarmente freddi con temperature sotto zero e con elevato sbalzo termico tra il giorno e la notte.
Cos’è la Calabrosa
Forse ancora meno nota della brina e della galaverna la calabrosa è un altro fenomeno molto particolare e suggestivo che si verifica in inverno quando fa molto freddo. Il processo di formazione della calabrosa è uguale a quello della galaverna ovvero dalla cristallizzazione dell’acqua sopraffusa della nebbia e dall’azione del vento unita alle basse temperature.
Quando però ci troviamo ad alte quote dove il vento soffia molto forte allora i cristalli di ghiaccio tendono a formare delle vere lame di ghiaccio che possono arrivare anche a 15-20 centimetri di lunghezza, formando così una crosta di ghiaccio dall’aspetto spugnoso per la presenza di bolle d’aria. L’immagine che viene subito in mente sono le immagini delle croci di vetta o dei rifugi alpini d’alta quota ricoperti di ghiaccio ventato.

Cosa significa Galaverna
La galaverna, anche se spesso viene confusa con la brina superficiale, è un fenomeno che all’aspetto è simile alla brina ma in realtà ha un processo di formazione diverso, ovvero il concetto di “acqua sopraffusa”.
La nebbia è in sostanza una nuvola formata da tante goccioline di acqua. Quando in un determinato ambiente c’è la nebbia e le temperature vanno sotto zero si va a generare un equilibrio dove le gocce d’acqua si riorganizzano nello spazio cristallizzando creando così il fenomeno chiamato di acqua sopraffusa. Se oltre alla nebbia e alle basse temperature c’è anche il vento allora le gocce d’acqua tendono a un rapido congelamento. Si formano così delle delle concrezioni di ghiaccio che crescono in direzione opposta al vento stesso.
Quando la nebbia si dissolve e sparisce rimangono queste formazioni di ghiaccio molto suggestive che riscoprono ogni cosa e che regalano emozioni uniche che prende il nome di galaverna.
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