Enzo Cozzolino e la Val Rosandra4 min read

Morto giovanissimo all’età di 24 anni alla Torre di Babele (Civetta) durante il servizio militare Enzo Cozzolino è stato un fortissimo arrampicatore che ha lasciato il segno nella storia dell’alpinismo.
“Sono rimasto stupefatto nel vedere lo stile di Cozzolino, come sale leggero, sicuro, su pur minimi appigli. Dove altri hanno tentato con chiodi a espansione, lui è passato in libera” cit. Reinold Messner
Chi era Enzo Cozzolino
Vincenzo Cozzolino, conosciuto da tutti come Enzo Cozzolino è stato un alpinista italiano e un fortissimo arrampicatore. Nato a a Trieste il 28 Giugno 1948 ha iniziato a compiere le sue prime arrampicate in Val Rosandra all’età di soli 17 anni. Conosciuto nell’ambiente anche con il soprannome di Grongo (dal pesce omonimo, dovuto alla sua tenacia e al mento e alla dentatura pronunciati) Enzo Cozzolino è stato uno dei pionieri del settimo grado ed ha contribuito ad innalzare la scala UIAA dell’arrampicata in falesia.
Enzo Cozzolino fu ed è stato non solo uno dei pionieri del settimo grado divenuto poi “famoso” con Reinold Messner tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, ma è stato uno dei primi ad applicare un allenamento metodico per migliorare la tecnica e la progressione. Inoltre fu uno dei primi arrampicatori a non utilizzare i chiodi per progredire in parete. In generale applicava alla sua opera un’etica alpinistica rivoluzionaria per il mondo alpinistico dell’epoca utilizzando al minimo indispensabile i mezzi di protezione.
Bello, atletico e dal fisico scolpito Enzo Cozzolino brevettò in maniera artigianale delle calzature più leggere e meno ingombranti anticipando così l’utilizzo delle odierne scarpette da arrampicata. Aveva capito prima di altri che con questo genere di calzature era più facile arrampicare e aumentare le prestazioni.
Purtroppo il Grongo è morto giovanissimo (il 18 Giugno 1972) all’età di 24 anni, durante un’ascensione di allenamento in solitaria alla via Soldà alla Torre di Babele (gruppo del Civetta) mentre stava svolgendo il servizio militare.
La Val Rosandra
Come abbiamo detto è impossibile non associare il nome di Enzo Cozzolino alla Val Rosandra, una falesia che si trova nel carso triestino dove Enzo amava arrampicare. Per i triestini la Val Rosandra raffigura qualcosa di estremamente importante e profondo a cui tutti sono affezionati. “La Valle” (come la chiamano i triestini) non è altro che una una enorme falesia di natura carsica a ridosso di Trieste e affacciata sul mare con moltissimi settori dedicati al free-climbing. In realtà però la Val Rosandra non è solamente una parete o un settore, ma si tratta di un intero territorio esteso che comprende diverse falesie con zone più o meno ampie per arrampicare che fa parte di un intero complesso.
Inoltre la Val Rosandra, attraversata dal confine tra Italia e Slovenia, è protetta da un grande parco naturale, e raffigura la storia dell’alpinismo tra le due guerre. In Val Rosandra oltre ad arrampicare è possibile fare moltissime escursioni e trekking per godersi la natura immersi tra terra e mare.
Ascensioni di Enzo Cozzolino
Enzo Cozzolino è stato in assoluto uno dei protagonisti principali del mondo dell’arrampicata sportiva degli anni settanta e interprete di un nuovo modo e stile di interpretare questo sport. Enzo Cozzolino ha compiuto diverse prime ascensioni in solitaria e fra quelle più celebri ricordiamo: la via dei Fachiri (450 m, VI), aperta il 14 e 15 gennaio del 1972 con Flavio Ghio con soli 12 chiodi sulla parete sudovest della Cima Scotoni e il diedro Cozzolino sul piccolo Mangart di Coritenza, con Armando Bernardini, il 22 e 23 settembre 1970 (800 m, oggi VII-, con soli 10 chiodi). Altre importanti ascensioni di V e VI grado fatte sempre in solitaria ricordo la Comici alla Cima d’Auronzo (1° solitaria) e e la Pisoni-Stenico alla Torre del Lago (1° solitaria invernale).
Vediamo ora un elenco delle sue principali ascensioni:
- Spiz d’Agnèr Sud: parete nord, 900 m, V e VI, con Paolo Rumiz nel 1970;
- Spiz d’Agnèr Nord: parete ovest, 750 m, V e VI con L. Corsi nel 1970;
- Pizzèt d’Agnèr: parete nord, 600 m, V e VI con U. Iavazzo nel 1969;
- Pala di San Martino: parete sud-est, 650 m, VI;
- Punta Chiggiato (Antelao): parete sud, 750 m, V e VI nel 1970;
- Piccolo Mangart di Coritenza (Mangart): diedro nord, il più alto diedro delle Alpi, 800 m, VI, con A. Bernardini nel 1970;
- Seconda Sorella del Sorapiss: parete nord, 700 m, VI;
- Busazza (Civetta): per la fessura sinistra della parete ovest, 1000 m, VI+ e A1, con A. Casale nel 1971;
- Cima Papi (Dolomiti di Sesto, Monte Popera): per lo spigolo sud, 350 m, VI+;
- Cima Scotoni (Fanis): via “dei Fachiri”, 600 m, VI+, nel 1972 con F. Ghio.

Dediche
Ad Enzo Cozzolino sono state fatte diverse dediche e tra queste:
- il Bivacco Cozzolino, bivacco alpinistico, posto a 1560 m.s.l.m. sotto lo spigolo nord dell’Agner;
- la scuola di alpinismo della sezione CAI XXX Ottobre di Trieste;
- un belvedere della Napoleonica, strada panoramica alla periferia di Trieste sulla quale si affacciano le pareti di roccia dove Cozzolino soleva allenarsi;
Fachiri, Echi verticali
Fachiri, Echi verticali, una storia su Enzo Cozzolino, è un lungometraggio uscito nel 2011, fatto dalla Regia di Giorgio Gregorio che ripercorre la vita e le imprese alpinistiche di questo straordinario genio dell’arrampicata e dell’alpinismo triestino.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.