Enrosadira: quando le Dolomiti si colorano di rosa5 min read

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L’enrosadira è quel fenomeno spettacolare, che dura pochi secondi, e che infiamma le Dolomiti al tramonto facendole diventare tutte rosa.

Enrosadira: significato e origine del nome

Oltre al patrimonio artistico e storico, ciò che rende l’Italia così magnifica sono i suoi paesaggi e le Dolomiti si impongono, senza timore di smentita, come una delle più belle attrazioni naturalistiche del Paese. Dichiarate infatti Patrimonio dell’UNESCO, occupano le Alpi Orientali che si stendono nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. Ciò che le caratterizza è la dolomia, una particolare roccia che assume una colorazione quasi candida grazie alla ricchezza di carbonato di calcio e magnesio.

La dolomia rende le cime dolomitiche, dal Latemar al Catinaccio fino alla Marmolada e alle Tre Cime di Lavaredo, come delle tele bianche che, all’alba e al tramonto, si colorano di rosa. Questo fenomeno naturale prende il nome di enrosadira, un termine di origine ladina che significa “diventare di colore rosa”: ammirare l’enrosadira è un’esperienza incredibile e ci sono posti dai quali questo spettacolo delle tonalità dell’arancio, del rosa e del violetto, raggiunge il suo apice.

Enrosadira: la leggenda del re Laurino

Secondo il folklore legato alle tradizioni ladine, l’enrosadira sarebbe nata da una maledizione lanciata dal Re Laurino. Costui era il re dei nani, i quali estraevano oro, argento e magnifici cristalli dal cuore della loro montagna, il Catinaccio. Laurino era piccolo di statura ma aveva due oggetti che gli donavano forza e sicurezza: un mantello dell’invisibilità e una cintura che donava, a chi la indossava, la forza di ben 12 uomini. Il suo regno era sul monte Catinaccio e qui sorgeva il Rosengarten, il suo bellissimo Giardino delle Rose.
Nel frattempo Ildebrando, il re dell’Adige, decise di dare in moglie la sua splendida figlia Similde e, per l’occasione, organizzò una gita invitando tutti i papabili pretendenti, escludendo però Laurino.

Il re dei nani però, venuto a sapere della festa, decise di recarvisi ugualmente e qui scorse Similde, rimanendo folgorato dalla sua bellezza fino ad innamorarsene perdutamente. Decise allora di rapirla, caricarla sul proprio destriero e fuggire via con lei: i soldati di Ildebrando e Hartwig, il giovane promesso sposo di Similde, rincorsero subito Laurino fino a raggiungere il suo Giardino delle Rose.

Qui si svolse una lunga e dura battaglia tra le due fazioni, fino a quando Laurino, nonostante la sua cintura e vistosi ormai sopraffatto, indossò la sua cappa dell’invisibilità e si rifugiò nel Rosengarten. Laurino però fu tradito dai movimenti delle rose tra le quali si muoveva furtivamente e fu così catturato.

Furioso e sconfitto, Laurino lanciò sul suo Rosengarten una maledizione: nessuno avrebbe più potuto rimirarlo nè di giorno nè di notte, dimenticandosi però sia del tramonto che dell’alba. L’enrosadira, quella magica colorazione rosata che ammanta le Dolomiti, si manifesta infatti proprio al levare e al calare del sole. Al re Laurino è dedicata una statua vicino alla stazione di Bolzano mentre all’interno dell’albergo Laurin di Tires (in provincia di Bolzano) ci sono moltissimi quadri dove si narra la storia di Teodorico, Similde e Laurino.

Vedere l’enrosadira da San Giovanni di Fassa e San Martino di Castrozza

Per ammirare l’enrosadira sul Catinaccio, si consiglia di raggiungere San Giovanni di Fassa, considerato uno dei borghi montani più graziosi delle Dolomiti. Bellissimo il panorama in particolare dalla frazione di Pera di Fassa, terra natale dello storico alpinista Tita Piaz da cui si scorgono anche le monumentali Torri del Vajolet. Da Vigo di Fassa, dove sorge l’interessantissimo Museo Ladino di Fassa, la luce rosata colora la Cima Undici e la Marmolada.

Le Pale di San Martino sono uno dei gruppi montuosi più iconici delle Dolomiti: per ammirarle al massimo della loro bellezza, all’alba o al tramonto, bisogna raggiungere San Martino di Castrozza, circondata dallo splendido Parco Naturale Paneveggio-Pale San Martino.

I punti più panoramici sono il Rifugio Rosetta che, da un’altezza di 2700 m., domina il brullo altopiano delle Pale, dalla suggestiva statua del Cristo Pensante in cima al Monte Castellazzo e poi dalla Baia Segantini raggiungibile percorrendo il Passo Rolle.

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Enrosadira sulle Pale di San Martino

L’enrosadira e le Tre Cime di Lavaredo

Le Tre Cime di Lavaredo sorgono nelle Dolomiti di Sesto e rappresentano una delle cartoline più iconiche di queste leggendarie montagne. La Grande Cima, la Cima Ovest e la Cima Piccola svettano in tutta la loro imponenza come tre dita rocciose che puntano in cielo.

Vederle colorate di rosa, arancio e poi, man mano che la notte si avvicina, di viola, è uno spettacolo imperdibile: per goderselo bisogna raggiungere il Lago di Misurina, soprannominato “la Perla delle Dolomiti” e da qui arrivare in macchina al Rifugio Auronzo situato a 2330 m. di altezza. Già da qui è possibile contemplare la luce rosata dell’enrosidira, al tramonto o all’alba, che colora non solo le Tre Cime di Lavaredo ma anche i Cadini di Misurina.

Tra gli altri punti più belli per ammirare questo fenomeno naturale ci sono anche Campitello di Fassa con vista sul Sass Pordoi, la Forcella Staulanza situata all’ombra del Monte Pelmo e la Val di Zoldo da cui si può ammirare l’enrosadira sul Monte Civetta.

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Enrosadira alle Tre Cime di Lavaredo

Ammirare l’enrosadira dall’Alpe di Siusi e dall’Alta Badia

L’Alpe di Siusi è uno spettacolare altopiano in provincia di Bolzano, che si estende per ben 57 Km sfiorando i 2350 m. di altezza. Si tratta di una terra carica di leggende che narrano di streghe, elfi e ovviamente nani: in questa cornice si collocano luoghi di grande bellezza come i il Laghetto di Fiè, il Castello Prösels del XIII secolo e l’elegante Castello medioevale di Trostburg. Questo contesto paesaggistico raggiunge il massimo del fascino quando l’enrosadira infiamma le vette del Sasssolungo e dello Scillar.

Un altro luogo consigliato per godersi l’enrosadira è l’Alta Badia, una valle dalla profonda tradizione ladina: il panorama sul Sas dla Crusc è incredibile se viene ammirato al tramonto dal Santuario di Santa Croce, posto a 2045v m. di altezza. Dalla chiesa si possono poi fare escursioni che costeggiano i prati dell’Armentara, con vista anche sulla Marmolada e sul Gruppo Sella. La vista è meravigliosa anche dal Lech da Sompunt, un laghetto nelle cui acque si specchia il Sas dla Crusc.

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Enrosadira al Santuario di Santa Croce in Alta Badia

 

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