Depositi glaciali

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depositi glaciali

Il movimento del ghiacciaio è molto complesso e contribuisce a far penetrare in profondità i detriti nella zona di accumulo e a riportarli a giorno nella zona di ablazione, dove anche la fusione collabora a metterli allo scoperto.

Cosa sono i depositi glaciali

Quando un ghiacciaio avanza, spinge detriti e rocce incoerenti sotto e avanti a sè, quando invece si ritira abbandona tutto il materiale che aveva in carico, costituendo depositi glaciali, detti till, che prendono diversi nomi in funzione di come il ghiaccio li ha messi in posto:

  • i “till di alloggiamento” e i “till di fondo” sono depositi spalmati sui versanti e sul fondo, schiacciati e stirati dal peso del ghiacciaio;
  • i “till di ablazione” si accumulano per lenta fusione del ghiaccio che li contiene, come quelli che costituiscono ad esempio le morene.

I depositi glaciali sono in genere caratterizzato da una granulometria che comprende sia materiale molto fine, che deriva dalla frantumazione di ciottoli e detriti per attrito tra loro e con il substrato roccioso, sia materiale molto grossolano, compresi blocchi di parecchi metri di diametro, noti come “massi erratici”. Questo avviene grazie alle proprietà viscose del ghiaccio, che fa si che possa prendere in carico materiali di peso e densità molto diversi, al contrario di altri agenti di trasporto, molto più selettivi, come il vento o le acque correnti.

Le forme dei deposito glaciali

I depositi più giovani spesso conservano delle forme particolari, di cui le più note e caratteristiche sono le morene che permettono di ricostruire non solo la presenza del ghiacciaio, ma anche la forma della sua fronte e la quota dei suoi fianchi; in questo caso si parla di “depositi glaciali in forma di morena” e non di “depositi morenici”.

Possiamo avere morene laterali (o morene di sponda) formate tra i bordi del ghiacciaio e il versante in forma di lunghi cordoni paralleli al ghiacciaio, o morene frontali (o morene terminali), messe in posto davanti al ghiacciaio, in genere a formare archi concentrici.

Altre forme caratteristiche

Altre forme, meno conosciute sui ghiacciai alpini, si originano alla base del ghiacciaio, per effetto sia delle deformazioni dovute al peso del ghiaccio, come le fluted moraine o i drumlin, sia per effetto delle acque che circolano alla base, come gli esker. Altre forme si originano al contatto tra il ghiacciaio e i versanti, nei depositi di contatto glaciale, come i terrazzi di kame, depressioni formate tra le morene di sponda e il versante, che possono ospitare piccoli laghi, essere colmate da detriti di versante o depositi di frana o da valanga che scendono dai versanti.

Le rocce montonate

Le forme di erosione, o di esarazione, costituiscono anch’esse un ottimo indizio del passaggio di un ghiacciaio e possono a volte essere l’unico tipo di traccia conservata. Possono essere forme molto grandi, come intere valli con il caratteristico profilo a U, circhi glaciali separati da creste sottili (a dare i cosiddetti horn, come il Cervino), oppure essere riconosciute su singoli affioramenti rocciosi, come nelle rocce montonate, dette anche dorsi di balena, per la forma allungata e arrotondata.

Le rocce montonate, lisciate e levigate dall’azione abrasiva del ghiaccio ricco di detriti, mostrano spesso delle caratteristiche strie e scanalature della roccia, dovute al raschiamento operato sul substrato da ciottoli duri, e permettono di ricostruire non soltanto il passaggio, ma anche la direzione e il verso in cui il ghiaccio fluiva.

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