Cosa sono le soste in alpinismo5 min read

Cosa sono le soste
In alpinismo, prende il nome di sosta un insieme di ancoraggi, tra loro collegati, utilizzati per l’assicurazione della cordata durante la sua progressione su una parete. Per un’arrampicata in sicurezza è infatti necessario che sulle pareti vi siano, o meglio si possano predisporre, delle buone soste. In particolare, la sosta deve garantire il massimo di sicurezza possibile: si tratta del vincolo ultimo che lega la cordata alla parete. In caso di un suo cedimento, le conseguenze possono essere fatali.
Quando durante la progressione del capocordata, sia su roccia sia su ghiaccio, la lunghezza della corda volge al termine, è bene che egli allestisca una sosta, ossia un punto di massima sicurezza costruito su almeno due ancoraggi (meglio tre se possibile)tra loro collegati. La sosta servirà quindi non solo come punto di autoassicurazione personale, ma anche come punto di assicurazione dinamica per recuperare il compagno di salita e, soprattutto, come punto di assicurazione dinamica per il successivo tiro di corda del capocordata.
Nella pratica dunque la sosta è anche il luogo fisico nel quale tutti i membri della cordata si ricongiungono e si autoassicurano prima che la cordata possa ripartire. Grazie ai punti di sosta è possibile percorrere in totale sicurezza vie di lunghezza maggiore rispetto a quella della corda a disposizione. Il numero di soste che vengono effettuate durante un’arrampicata designano pertanto anche i cosiddetti “tiri di corda” necessari a raggiungere la vetta.
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Come funziona una sosta
A seconda di come vengono collegati tra loro gli ancoraggi e di come la sosta viene sfruttata nella catena di assicurazione, le soste si possono distinguere in mobile (o sosta dinamica) e semimobile e fissa (o a asole bloccate). Quest’ultima utilizzata quasi esclusivamente per le discese in corda doppia.
Per comprendere meglio come attrezzare e scegliere adeguatamente sia gli ancoraggi che i materiali di una sosta, si vuole esplicare come le forze generate da un peso applicato al cordino di collegamento, agiscano sull’intero sistema. Chiamando A e B i punti di ancoraggio, M il punto di mezzo in cui è applicata la forza F, il cordino assumerà a seconda della sua lunghezza, la configurazione di due lati inclinati.
Possiamo dedurre quindi che una sosta deve essere allestita con un angolo in M più piccolo possibile (sempre minore di 90°), perchè così facendo si riducono le forze orizzontali degli ancoraggi e quelle sul cordino di collegamento.
Il concetto è quello di andare a sollecitare il meno possibile gli ancoraggi della sosta nel caso di una caduta del primo di cordata. In tal senso per unire gli ancoraggi è sempre consigliato utilizzare un anello di cordino chiuso con un nodo doppio inglese realizzato con uno spezzone di corda dinamica per assorbire meglio l’energia cinetica del volo.
- Diametro: 9,8 mm; Peso al metro: 60 g
- Tipo di corda: (CE EN 892, UIAA): corda singola; Costruzione: 40 volte; Materiali: Poliammide
- Percentuale guaina: 41%; Numero di cadute fattore 1,77: 7
Cos’è la sosta dinamica
E’ la sosta classica che viene costruita per assicurare il compagno, e nella pratica escursionistica viene effettuata per assicurare il compagno che parte per la stesura della corda fissa. Scelti e approntati con docuta scrupolosità due ancoraggi, si procede a collegarli con un cordino in nylon oppure con un cordino in kevlar, e che sia di una lunghezza tale da ridurre il più possibile le componenti di forza orizzontale, chiudendone i capi per formare un anello di cordino.
Si continua girando il tratto esterno dell’anello di cordino che unisce i due ancoraggi (è indifferente girarlo a destra o a sinistra); nell’occhiello così ottenuto si infila un moschettone con ghiera che andrà a prendere anche il ramo interno.
Vantaggi e Svantaggi della sosta dinamica
Tra i vantaggi della sosta dinamica vi è il fatto che suddivide il carico in modo più o meno uguale su tutti i punti di ancoraggio e funziona bene qualunque sia la direzione del carico.
Tra gli svantaggi, se si adotta la tecnica di assicurazione “classica” con il nodo mezzo barcaiolo effettuato sul vertice della sosta, in caso di ribaltamento si generano forze di arresto elevate e quindi forti sollecitazioni sull’ultimo rinvio. Inoltre nel caso di rottura di uno dei due rami del cordino tutta la sosta è compromessa (ecco perchè se possibile è meglio usare tre punti di ancoraggio anzichè due). Infine nel caso di fuoriuscita di uno degli ancoraggi vi è una forte sollecitazione a strappo sul rimanente.
Cos’è la sosta ad asole bloccate
La sosta ad asole bloccate viene allestita per la predisposizione della discesa in corda doppia per gruppi. Anche qui scelti ed approntati scrupolosamente i due ancoraggi, si procede a collegarli con un cordino dinamico riducendo le componenti di forza orizzontale. Si prendono i due rami (superiore e inferiore) posizionando il punto di mezzo nel senso di trazione che effettuerà la corda doppia una volta che sarà allestita.
A questo punto per ogni ramo si effettua un nodo delle guide, creando così due asole di sufficiente ampiezza tali da ospitare la corda ed un moschettone con ghiera. Questa sosta ha poca mobilità e per questo è importante posizionarla bene nel senso di trazione della corda doppia, caricando in modo uguale gli ancoraggi.
I due nodi delle guide che generano le asole, permettono di recuperare senza difficoltà la corda e garantiscono, in caso di rottura accidentale di un ramo di sosta, la tenuta della corda nell’ancoraggio rimanente. L’ultimo alpinista/escursionista che scende provvederà a sciogliere le due asole ed a recuperare il moschettone a ghiera.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.