Cosa fare in caso di temporali in montagna9 min read

I temporali in montagna sono un fenomeno abbastanza frequente, soprattutto in estate, e talvolta possono essere anche intensi con scariche di fulmini. Generalmente sopra i 2000 metri di quota l’aria corre più veloce e il tempo può cambiare repentinamente. Vediamo quindi cosa fare e come comportarsi in caso sopraggiunga un temporale.
Perchè è importante conoscere il meteo
Quando si va in montagna e si pianifica un’escursione o un itinerario alpinistico è fondamentale conoscere preventivamente il meteo per evitare possibili inconvenienti che possono generare anche incidenti in montagna. Trovarsi impreparati sotto un acquazzone magari con grandine, oppure in ferrata con un temporale potrebbe anche significare rischiare la vita.
A quote elevate, generalmente sopra i 2000 metri, il meteo può cambiare repentinamente anche più volte in una giornata. Ecco perchè bisogna fare un’attenta valutazione a casa guardando i bollettini meteorologici e poi fare anche un’analisi in sito osservando le nuvole e verificando la pressione sul barometro.
I bollettini meteo e le previsioni meteorologiche
Grazie alla moderna tecnologia e agli avanzati modelli matematici le previsioni dei Centri Meteorologici hanno raggiunto un livello di affidabilità impensabile fino a 15-20 anni fa. Essi, seppur precisi, rimangono comunque delle previsioni (attendibili ma pur sempre previsioni) e quindi non hanno la verità assoluta. Talvolta infatti possono sbagliare di qualche ora il verificarsi di un evento meteorologico. I bollettini meteo sono estremamente importanti per chi pratica attività outdoor in montagna. Il grado di precisione quasi certa arriva fino a 24 – 72 ore. E’ importante comunque verificare l’andamento del meteo anche qualche giorno prima dell’escursione.
Per gli escursionisti e gli alpinisti appesi in parete, c’è necessità di conoscere come evolverà il meteo anche in tempi più brevi anche di poche ore. Un temporale infatti può formarsi anche improvvisamente nell’arco di dieci minuti ma il cielo da sempre dei segnali ben evidenti e con l’aiuto del barometro si riesce a capire se il temporale arriva tra 5 minuti o mezz’ora. Questo per esempio se siamo in ferrata ci permette di raggiungere la via di fuga e uscire dalla ferrata oppure, se si è in tempo, di cambiare itinerario. Ecco perchè oltre a guardare bene più di un bollettino meteo a casa bisogna leggere attentamente il cielo.
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Grandezze fisiche dell’aria
Le tre grandezze fisiche dell’aria responsabili delle variazioni e degli eventi meteorologici sono la temperatura dell’aria, la pressione atmosferica e l’umidità. Masse d’aria con caratteristiche fisiche diverse non si mescolano fra loro ma sono idealmente separate le une dalle altre, dando origine al fronte temporalesco.
Temperatura
La temperatura dell’aria, normalmente misurata in gradi centigradi (°C) non è costante, ma varia:
- in senso orizzontale (gradiente termico orizzontale): all’equatore fa più caldo che ai poli;
- in senso verticale (gradiente termico verticale): in montagna in genere fa più freddo che in pianura;
- nel tempo: di notte fa più freddo che di giorno.
Pressione
La pressione atmosferica è la pressione esercitata da una colonna d’aria alta quanto l’atmosfera e viene misurata in ectopascal (hPa). La pressione non è costante ma varia anch’essa in senso orizzontale, verticale e nel tempo. Nelle aree a bassa pressione l’aria circola in senso antiorario e tende a salire dando origine alla formazione di nubi (brutto tempo). Al contrario nelle aree di alta pressione l’aria circola in senso orario e tende a scendere dissipando le nubi (tempo stabile e bello).
Umidità
L’aria contiene un certa quantità d’acqua dispersa in singole molecole (H2O), il cosiddetto vapore acqueo. Esso è invisibile, incolore e inodore. Possiamo avere tre tipi di umidità:
- Umidità assoluta: è la quantità in grammi di vapore acqueo contenuta in un metro cubo d’aria (g/mc);
- Umidità del punto di rugiada: è la massima quantità di vapore che può essere contenuta in un metro cubo d’aria (g/mc) ad una data temperatura e pressione;
- Umidità relativa: è il rapporto tra l’umidità assoluta e l’umidità del punto di rugiada (%) ad una data temperatura e pressione. L’umidità relativa è quella che percepiamo sulla nostra pelle.
Come si formano le nuvole
Il processo che sta alla base della formazione delle nuvole è il raffreddamento delle masse d’aria. Quando l’umidità relativa dell’aria supera il 100%, il vapore acqueo in eccesso condensa in minuscole goccioline attorno a dei microscopici nuclei di condensazione (pulviscolo atmosferico) generando così le nuvole.
La formazione delle nuvole in cielo può avvenire attraverso vari meccanismi:
- Irraggiamento diurno
- Irraggiamento notturno
- Avvezione di aria calda
- Avvezione di aria fredda
- Avvezione di aria contro un ostacolo montuoso.

Classificazione delle nuvole
Anche per le nuvole esiste un sistema di classificazione, universalmente accettato per riconoscerle. La lingua utilizzata per la terminologia scientifica di identificazione è il latino. Le nuvole si distinguono in generi, specie, varietà, particolarità supplementari e nubi accessorie, nubi generatrici.
Genere
Sono riconosciuti dieci generi a seconda della quota in cui si trova la nube e della sua forma. Possiamo quindi avere i seguenti tipi di nuvole:
- Nuvole de livello alto (alle medie latitudini da 5000 a 13000 metri) prefisso “Cirro”: Cirrus, Cirrocumulus, Cirrostratus;
- Nuvole del livello medio (alle medie latitudini da 2000 a 7000 metri) con prefisso “Alto”: Altocumulus, Altostratus;
- Nuvole del livello basso (da 0 a 2000 metri) con prefisso “Strato”: Stratocumulus, Stratus;
- Nuvole a elevata estensione verticale: Nimbostratus, Cumulus, Cumulonimbus. Queste nubi pur avendo una base situata nel livello basso, presentano uno sviluppo verticale tale da interessare più livelli e sono sinonimo di formazione di temporali in arrivo.
Varietà, particolarità supplementari e Nubi accessorie
Le nubi possono mostrare speciali caratteristiche che determinano la loro varietà, quali la maggiore o minore trasparenza o il modo in cui sono disposti gli elementi che la costituiscono. Alla stessa nuvola quindi possono essere assegnate più varietà. L’indicazione del genere, specie e varietà non sempre è sufficiente a descrivere in modo completo una nube. Una nuvola può mostrare particolarità supplementari collegate ad essa, o può essere accompagnata da nubi accessorie. Ciò può avvenire ad ogni livello della nuvola, al di sopra o al di sotto di essa.
Nubi generatrici
Le nuvole infine possono originarsi dall’aria limpida o formarsi e crescere da altre nuvole, chiamate “nubi madri” o nubi generatrici. Possiamo avere due casi:
- Una parte di una nuvola in crescita può formare delle estensioni più o meno pronunciate. Queste estensioni, attaccate o non alla nuvola generatrice, possono diventare nuvole di un genere differente da quello della nube madre;
- L’intera o la maggior parte di una nuvola può subire una completa trasformazione interna, tale da cambiare genere.

Come riconoscere le nubi
L’aspetto e la forma delle nuvole, permettono di individuare chiaramente la presenza di cuscinetti d’aria instabili o stabili ed eventuali inversioni termiche. Ciò non è poco, visto che la stabilità o l’instabilità delle masse d’aria che circolano nella troposfera giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare l’andamento del tempo meteorologico.
Nubi che indicano stabilità
Nuvole molto stratificate, appiattite. Se anche disposte a batuffoli, questi risultano piatti, come se fossero schiacciati da un coperchio. Possono permanere per lungo tempo o evolvere lentamente. In caso di evoluzione non assumono mai strutture a batuffolo che si propagano nettamente verso l’alto, piuttosto tendono a dissiparsi lentamente.
Nubi che indicano instabilità
Nuvole a batuffoli piuttosto sviluppati verticalmente, che tendono a innalzarsi. Se la nube presenta parti stratificate e appiattite (zona basale), la sommità è invece costituita da protuberanze verticali, simili a merletti di un castello. Oppure tutta la nuvola presenta una struttura verticalizzata, con la sommità a cavolfiore, spesso piuttosto pronunciata. Generalmente le parti sommitali della nube appaiono se illuminate dal sole, di un bianco splendente, nettamente più luminose della parte sottostante.
Come si formano i temporali in montagna
Quello che noi chiamiamo temporale, in realtà è una massa di celle temporalesche individuali, che passano attraverso il loro completo ciclo vitale, dalla nascita alla maturità. Alle nostre latitudini sono la manifestazione meteorologica più violenta, dove la nube che la fa da padrone è il Cumulonembo. Un temporale è innescato da moti convettivi che spingono l’aria calda presente al suolo e la sollevano verso l’alto, essendo aria più leggera dell’aria circostante. Questi moti convettivi sono causati dalla differenza di temperatura presente tra il suolo e l’aria in quota.
La particolarità dei fenomeni temporaleschi è quella di formarsi molto velocemente, durare un tempo limitato per poi sparire altrettanto velocemente. L’altra grande particolarità dei temporali è il loro forte potenziale con possibilità di tuoni e fulmini che possono dare forma a fenomeno a volte molto intensi e violenti, soprattutto in montagna e a determinate quote altimetriche. Come abbiamo visto le previsioni meteo e l’osservazione delle nuvole ci permettono di prevenire (per quanto possibile) questi fenomeni e mettersi al sicuro evitando pericoli.
Cosa fare in caso di temporali in montagna: 7 consigli utili
Abbiamo visto come si formano le nuvole, l’importanza di leggere attentamente un bollettino meteo e la capacità di saper osservare il cielo per decifrarne gli sviluppi. Il meteo può condizionare l’andamento della nostra escursione in montagna o in genere della nostra giornata, portandoci anche in situazioni di pericolo. Ricordo ancora una volta che è assolutamente importante verificare le condizioni meteorologiche già nella fase di pianificazione dell’itinerario dando la precedenza ai siti ARPA regionali, più precisi, attendibili e analitici rispetto ai servizi meteo commerciali.
Vediamo ora alcuni consigli utili in caso di temporale in montagna:
- evita la permanenza su sentieri particolarmente esposti, come creste o vette, evita di stare vicino a guglie e pinnacoli anche di altezza modesta. Scendi di quota senza aver fretta prestando la massima attenzione al terreno scivoloso;
- resta lontano da alberi isolati e non cercare riparo dalla pioggia sotto di essi, specie se alberi d’alto fusto o comunque più elevati della vegetazione circostante. Il bosco fitto offre parziale riparo, ma evita sempre di sostare sotto le piante più alte;
- bisogna cercare di restare accovacciati a piedi uniti evitando se possibile il contatto con il suolo. Puoi sederti ad esempio su uno zaino, una corda, del legno o rami secchi;
- tieniti alla larga dalle vie ferrate e sentieri attrezzati con funi e scale metalliche e da altre situazioni analoghe e allontanati dal materiale alpinistico che hai addosso;
- trova rifugio in un anfratto di roccia solo se asciutto, al riparo da possibili scariche di sassi, possibili in presenza di fenomeni violenti;
- evita di avvicinarti o appoggiarti a pareti con percolazione d’acqua;
- rifugiati se possibile in auto, lontano da ruscelli e torrenti che in pochi minuti possono assumere regime di piena, con portiere e finestrini chiusi. L’auto è un luogo molto sicuro in caso di fulmini.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.