Come funziona il primo Soccorso in Montagna10 min read

Gli uomini del Soccorso Alpino sono angeli custodi che rischiano la loro vita per salvare quella delle persone che si mettono in pericolo perchè talvolta hanno una scarsa preparazione e conoscenza.
La frequentazione dell’ambiente montano, dalla semplice escursione alla via di roccia oppure alla ferrata, comporta inevitabilmente dei rischi che possono portare a incidenti. Possiamo avere escursionisti o alpinisti con ferite lievi oppure con ferite gravi, talvolta mortali.
Come detto in altre occasioni se andiamo in montagna consapevoli dei rischi e preparati da tutti i punti di vista questi incidenti si possono evitare. Ma in ogni caso è bene sapere come funziona il soccorso alpino, ma ancor di più come funziona il primo soccorso in montagna.
Introduzione: prevenire è meglio che curare
Come ormai avrete capito, in generale ma ancor di più in montagna, la regola base “prevenire è meglio che curare” è più attuale che mai. Moltissimi incidenti che sentiamo alla TV o leggiamo al giornale si possono benissimo evitare: molto spesso infatti si sottovalutano tutto un insieme di fattori che aumentano considerevolmente il rischio di infortunio. Attrezzature vecchie e malsicure, condizioni atmosferiche poco favorevoli, scorretta alimentazione, scarso allenamento e preparazione fisica, carenza di sonno, superficialità, sono tutte cause che possono facilmente indurre all’incidente.
L’incidente può essere di lieve entità ma a volte può essere un incidente grave e purtroppo in alcune circostanze anche mortale. Quindi ribadiamo il concetto che per andare in montagna bisogna pianificare bene l’escursione a casa, avere una giusta preparazione ed essere informati e preparati su tutto, senza tralasciare nulla. In questo modo andiamo a lavorare sui pericoli soggettivi (cioè che dipendono da noi) lasciando una minima percentuale di probabilità di incidente al caso.
Una cosa da tenere sempre nello zaino per esempio, è il kit di pronto soccorso con cerotti e medicinali di base (disinfettante, garze, etc.) che all’occorrenza possono risultare molto utili. Vediamo quali sono i comportamenti da seguire in caso di incidente e quali sono le manovre basilari da eseguire prima che arrivi il soccorso alpino.
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Aspetti legali
Il primo soccorso (cioè tutti i metodi e procedure che si adottano prima dell’intervento del Soccorso Alpino) non è obbligatorio ma in certi casi potrebbe salvare la vita dell’infortunato o evitare danni peggiori prima dell’intervento dei soccorritori.
L’articolo 593 del codice penale parla di reato di omissione e dice quanto segue: “Chiunque.. trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’autorità.. è punito con la reclusione fino a tre mesi. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale la pena è aumentata; se ne deriva la morte la pena è raddoppiata”. (cit.).
Analizzando l’articolo del codice penale dice che non siamo obbligati a prestare il primo soccorso (non è detto infatti che il soccorritore sia in grado di prestare un adeguato soccorso “sanitario”ma invece è obbligato chiamare il soccorso qualificato. Ovvio che in certe circostanze conoscere e saper applicare certe manovre di primo soccorso è fondamentale per salvare la vita dell’infortunato.
Chi è e cosa fa il Soccorso Alpino
Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) è un ente di protezione civile, composto da volontari adeguatamente formati e preparati, che prestano soccorso all’utenza e a chi si mette in pericolo in montagna. Il Soccorso Alpino fa parte integrante del C.A.I. (Club Alpino Italiano) e muove i suoi primi passi, sia a livello nazionale che internazionale, nella prima metà degli anni ’50 dopo un salvataggio avvenuto sulla parete nord dell’Eiger. Quindi italiani, svizzeri e francesi si resero conto che era giunto il momento di formare un corpo con un’organizzazione di mezzi, uomini e conoscenze per salvare la vita alle persone che frequentano la montagna.
In Italia il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino (C.N.S.A.) nasce nel 1954 e gli operatori sono guide alpine, alpinisti esperti anche se non professionisti, personale medico e sanitario. Oggi il livello raggiunto nei salvataggi è elevatissimo sia in termini di mezzi, conoscenze e capacità degli operatori che sono preparati ad operare in qualsiasi situazione di emergenza in totale sicurezza. Purtroppo a volte succede che per salvare una vita possa morire un operatore, infatti quando si va in montagna non bisogna abusare di questo servizio, anche perchè se non sei tesserato C.A.I. o assicurato si paga e anche caro. Nel 1992 con la legge 225/92 il Soccorso Alpino e Speleologico diventano un unico corpo C.N.S.A.S.

Com’è formato l’equipaggio dell’elisoccorso
Generalmente quando viene effettuata una chiamata al Soccorso Alpino si muove una squadra a terra, oppure in base al luogo e alla gravità dell’incidente, un elicottero. Per quanto riguarda l’elisoccorso l’equipaggio è formato dal pilota, dal tecnico aeronautico, dal medico rianimatore e da un tecnico del soccorso alpino. L’eliambulanza è una vera e propria unità sanitaria di rianimazione e tutti i componenti eseguono sofisticate esercitazioni teoriche e pratiche per essere sempre al top in ogni situazione.
L’incidente e l’esame del ferito
Se siete in montagna con un vostro amico o un gruppo di persone e succede un incidente la cosa da fare assolutamente è non farsi prendere dal panico e agire con raziocinio in maniera rapida e svelta. Una volta raggiunto il vostro compagno (in sicurezza senza mettere a rischio anche la vostra vita) lo si mette in una posizione sicura e si passa alla valutazione del traumatizzato. In questo modo daremo indicazioni più precise alla macchina dei soccorsi.
Le forme più frequenti di incidenti in montagna sono dovute a cadute lungo il sentiero e traumi provocate da scariche di sassi. Se siamo in grado e abbiamo delle conoscenze di primo soccorso procediamo altrimenti una volta capito le condizioni del compagno dobbiamo chiamare subito il Soccorso Alpino e aspettare che arrivino i soccorsi.
Ricordo che per legge non siamo obbligati a eseguire manovre rianimatorie (potremmo far peggio) ma siamo obbligati a chiamare il Soccorso. Le manovre iniziali da fare sono tre:
- Controllare lo stato di coscienza
- Controllare la funzione respiratoria
- Controllare la funzione cardiaca
Stato di coscienza
In questa prima fase (da fare entro due 2-3 minuti) si valuta se il paziente è sveglio e capisce le cose, poi si procede a valutare lo stato del torace e dell’addome, e poi si procede a verificare la mobilità e la sensibilità degli arti per valutare possibili fratture, contusioni, lussazioni, emorragie, etc. o alla peggio traumi al midollo spinale.
Funzione respiratoria
In questa seconda fase si controlla se il ferito respira spontaneamente (guardando se il torace si solleva e si abbassa e se esce aria dalla bocca) e nel caso si controlla che vomito, sangue, fango ostruiscano le vie aeree. E’ importante, in questa fase, osservare anche il colorito della pelle: grigio-bluastro è sinonimo di scarsa ossigenazione e quindi carenze respiratorie, un colorito pallido è sinonimo di emorragia o stato di shock.
Funzione cardiaca
In questa fase si controlla il battito cardiaco appoggiando l’orecchio sul torace dell’infortunato ed esaminando i punti periferici per controllare il corretto affluire del sangue: polsi, collo e femore.
Quali sono le manovre di primo soccorso
Le manovre di primo soccorso diventano fondamentali dal momento che abbiamo esaminato il ferito e ci siamo accorti di qualche anomalia. Una volta esaminato il ferito dobbiamo immediatamente allertare la macchina operativa dei soccorsi, ma in certi casi, saper eseguire particolari manovre può essere di molto aiuto e salvare la vita. Ogni secondo e ogni minuto che passa è prezioso. Per eseguire tali manovre però bisogna essere in grado di farle altrimenti una volta fatta la chiamata al Soccorso Alpino non dobbiamo fare nulle se non eseguire quello che ci dice di fare l’operatore al telefono.
La manovra basilare, molto importante, e che ognuno di noi dovrebbe saper fare è la rianimazione cardiopolmonare (R.C.P) e consiste nell’eseguire la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. Dall’arresto cardiaco abbiamo circa 3 minuti prima che il cervello subisca danni permanenti, quindi è fondamentale intervenire fin da subito, fin che aspettiamo il Soccorso Alpino. Per quanto veloci sono, tra chiamata e intervento possono passare tranquillamente 10-15 minuti; ecco perchè è importante saper esaminare il ferito e dare indicazioni precise all’operatore che sta dall’altra parte del telefono.
I segnali che indicano la necessità di un R.C.P. sono:
- arresto cardiaco
- arresto respiratorio
- perdita della coscienza
- midriasi fissa (pupille abnormemente dilatate)
- colorito della cute grigio-bluastro.
Fratture ed emorragie: come riconoscerle e cosa fare
I due casi più frequenti che potrebbero verificarsi in caso di incidente sono le fratture e le emorragie. Anche in questi casi è importante riconoscerle a saper cosa fare per alleviare il dolore e i danni provocati dalle ferite.
Fratture
La frattura è la rottura di un osso, e questo è evidente quando c’è:
- dolore
- difficoltà di movimento
- gonfiore e versamento di sangue
- deformazioni dovute allo spostamento dell’osso
- anomalia della mobilità
- ferite più o meno ampie con la sporgenza dell’osso rotto (frattura esposta).
La cosa importante da fare è immobilizzare l’arto interessato con qualsiasi cosa si ha a disposizione (fasce, cordini, pezzi di legno, etc.) in modo da immobilizzare l’osso affinchè non possa muoversi.
Emorragie
Le emorragie si verificano quando c’è una perdita di sangue e possono essere di due tipi: venose e arteriose.
Un’emorragia venosa di identifica quando il sangue esce lentamente ma costante con colore rosso cupo. Può essere utile una compressione della ferita con bende e garze fissate con una fasciatura, oppure con semplici cerotti dopo aver disinfettato la ferita. Se la ferita interessa un arto potrebbe essere utile tenerlo sollevato rispetto al corpo.
Le emorragie arteriose invece sono quelle più pericolose perchè interessano le arterie. In questo caso il sangue esce a spruzzo, sincrono con la pulsazione cardiaca, di colore rosso vivo. La cosa da fare è applicare un dito facendo pressione direttamente sulla lesione o al massimo mettere un laccio emostatico a monte della ferita ma non più di un’ora di tempo.
Come effettuare la chiamata di primo soccorso
Preparare bene un’escursione a tavolino significa anche sapere dove siamo. Questo è molto importante se malauguratamente dobbiamo chiamare il Soccorso Alpino. Una volta che ci siamo messi in sicurezza e verificate le condizioni ambientali e del nostro compagno dobbiamo chiamare subito il 118. A questo punto un operatore telefonico ci farà una serie di domande (posizione, quota, versante, condizioni ambientali, condizioni dell’infortunato, etc.) e più noi siamo precisi e più tempestivo e mirato sarò l’intervento. L’operatore deciderà, in base alla gravità della situazione e anche delle condizioni meteo, se attivare una squadra da terra o attivare l’elisoccorso.
Una volta fornite tutte le indicazioni utili (mantenendo calma e sangue freddo) rispondendo all’operatore telefonico, dobbiamo rimanere a disposizione sul luogo da cui si telefona con il telefono sempre acceso. Se siamo in due e il telefono non prende, uno rimarrà col ferito e l’altro si allontanerà fin tanto che non trova campo.
L’attesa dei soccorsi
La posizione migliore da adottare è quella supina con le gambe alte rispetto al corpo per far fluire meglio il sangue agli organi vitali. Se l’infortunato invece è in stato di incoscienza bisogna adottare la posizione di sicurezza. Altra cosa da fare fin che aspettiamo i soccorsi è coprire il nostro compagno con un telo termico in modo che non disperda troppo calore. Non bisogna mai dare nulla da bere perchè potrebbe soffocarsi, se invece è cosciente gli si può dare qualcosa da mangiare nel caso abbia fame. Importante poi controllare a intervalli e regolari e monitorare le condizioni del paziente nell’attesa dei soccorsi.
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Classe 1983, fin da bambino ho avuto la passione per la montagna, gli sport all’aria aperta e la natura. Nel 2011 mi sono iscritto al C.A.I. dove ho seguito diversi corsi. Oggi la montagna è una passione viva più che mai oltre che uno stile di vita. La voglia di condividere questa mia passione è il motivo per cui ho deciso nel 2020 di fondare questo Blog per mettere al servizio degli altri tutte le mie conoscenze.